Nike, prostituta uccisa e dimenticata | Due anni in frigo: oggi i funerali

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28 Febbraio 2014, 06:15

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PALERMO – Voleva lasciarsi la strada alle spalle, quella vita di sfruttamento, sevizie e sacrifici che a soli vent’anni l’aveva già segnata profondamente. Invece è stata barbaramente uccisa, bruciata, trovata carbonizzata dai carabinieri che la cercavano da tre giorni. Ed anche da morta non ha avuto pace. Un frigorifero dell’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo, dalla fine del 2011, si è  trasformato nella sua tomba. Dal 2011, fino a oggi. Quando si svolgeranno i suoi funerali.

Per due lunghissimi anni, infatti, non c’è stato nemmeno un luogo sul quale portare un fiore a Nike Favour Adekunle. La giovane nigeriana aveva percorso le stesse tappe di un doloroso percorso che la accomunava con centinaia di sue connazionali che arrivano in Italia con la speranza di dare una svolta alla propria vita. Nike voleva migliorare la sua sposandosi, abbandonando il marciapiede, il parco della Favorita nello specifico, dove si prostituiva. Ma non le è stato dato il tempo.

In quello stesso anno, era dicembre, uno sfortunato incontro segnò la sua condanna a morte. Quello col suo assassino, un uomo che la caricò sul suo furgone e la portò a Misilmeri. L’omicidio avvenne nelle campagne del paese, dove il corpo senza vita della nigeriana fu trovato carbonizzato. Dell’omicidio fu accusato un operaio di 58 anni di Belmonte Mezzagno, che alcuni mesi dopo l’arresto si suicidò in carcere.

Prima, però, c’erano state le ricerche infruttuose. Le amiche di Nike, alcune connazionali che vendevano il proprio corpo tra i viali del parco che collega la città a Mondello, avevano segnalato la sua scomparsa da almeno tre giorni. Una notizia che le sconvolse, quella della sua morte. E che le fece sentire in pericolo.

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Tanto che la comunità nigeriana organizzò una manifestazione per dire “basta” ai soprusi e alla tratta delle donne che vengono dall’Africa. Da Benin City in particolare, città della Nigeria da cui arrivava anche Nike, la cui salma, poi, non fu tumulata. Il corpo carbonizzato della giovane nigeriana fu infatti sottoposto all’autopsia, ma fu poi chiuso in una cella frigorifera, in attesa della celebrazione del funerale che non si è mai tenuto.

Nessuno ha mai chiesto, in Nigeria, che la salma tornasse a casa. Nike era sola al mondo. Ed anche a Palermo i problemi per procedere alla tumulazione non sono stati pochi, a partire da una presunta mancanza iniziale del nullaosta per il seppellimento. Un valzer di cavilli burocratici e difficoltà amministrative ha infatti complicato la procedura e quel frigorifero è nel frattempo diventato il cimitero di Nike.

Lei, che pochi giorni prima di finire nel mirino del suo assassino aveva deciso di sposarsi. Fidanzata con un ragazzo palermitano, aveva scelto di raccogliere ancora un po’ di soldi per poi abbandonare definitivamente la vita da prostituta.

“Dedicheremo finalmente delle giuste parole a questa ragazza – spiega don Enzo Volpe della parrocchia di Santa Chiara, all’Albergheria, dove in mattinata si svolgerà la cerimonia -. A celebrare il funerale – prosegue – sarà il pastore della comunità nigeriana, padre Vivian. Ci siamo impegnati tutti, insieme a Nino Rocca, del coordinamento anti tratta, perché questa vicenda assurda arrivasse ad un punto. Devo dire che le difficoltà più grosse sono arrivate proprio dal paese d’origine della ragazza, dove non c’è alcun suo parente. Le istituzioni nigeriane dovrebbero essere più presenti e attive nei confronti di un fenomeno che è ormai davanti agli occhi di tutti e che, in casi terribili come questo – conclude – dall’Italia diventa ancora più difficile da gestire. Ma finalmente le sarà anche data una degna sepoltura all’interno del cimitero di Misilmeri, dove potrà riposare in pace”.

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28 Febbraio 2014, 06:15

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