17 Febbraio 2011, 11:26
3 min di lettura
Una bambina, nella umida serata di Niscemi, tiene in mano due cartelli e grida di continuo sempre lo stesso slogan: “No Muos”. Nel suo cartello c’è scritto, con un pennarello rosso: “Noi ci saremo sempre”. E quella bambina rappresenta tutta la popolazione della città in provincia di Caltanissetta che si sta ribellando. Forse lei non sa che sta combattendo contro gli Stati Uniti d’America, ma ignara di ciò continua a ripetere “No Muos!”. Ieri sera, intorno alle 19, è arrivato il presidente della Regione in persona per discutere con il consiglio comunale l’installazione del Muos che sta facendo ribollire la città per i temuti rischi in materia di salute.
Il Muos, acronimo in lingua inglese che sta per Mobile User Objective System, è un sistema che consente le comunicazioni in tutto il mondo a scopo militare per le forze Usa e per quelle della Nato. Altre stazioni simili si trovano nelle Hawaii, in Virginia, in Australia e la prossima dovrebbe sorgere a Niscemi. L’impianto sarà composto da cinque satelliti geostazionari che si troveranno a poca distanza dalla base di Sigonella e avranno un ruolo strategico. Ma la società civile ha subito opposto il suo rifiuto netto. Occorre ricordare che già sono presenti quarantuno grandi antenne della marina Usa dal 1991, in una grande riserva naturale, la Sughereta, istituita però sei anni dopo.
In questi mesi è andato in scena il solito gioco delle parti con balletti di numeri e cifre cangianti: da un lato gli ambientalisti che temono per l’inquinamento elettromagnetico, con tanto di sospetto incremento dei tumori aumentati forse a causa delle antenne della marina, dall’altro gli americani che, forti dei dati dell’Arpa, i quali non indicherebbero rischi, vanno avanti. La battaglia di Niscemi contro il Muos inzia nel 2008 e il sindaco Giovanni Di Martino ha portato avanti le istanze dei cittadini. “Il fatto che il presidente Lombardo sia voluto venire è un segnale di riconoscimento importante per le nostre lotte” e aggiunge che “il diritto alla salute dei cittadini va al primo posto”.
Il presidente Lombardo arriva a Niscemi accompagnato da due esperti dell’università di Palermo, Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri, e viene accolto da un gruppo di contestatori che chiedono una seduta aperta alla cittadinanza direttamente in piazza.Ma è stata l’angusta sala del consiglio comunale ad ospitare l’incontro. Dopo alcuni interventi dei consiglieri – per la cronaca tutti contrari al Muos tranne uno – che hanno ribadito il caro prezzo pagato da Niscemi a causa delle vecchie antenne e della vicinanza con l’impianto Eni di Gela, Lombardo ha preso la parola.
“Dagli studi fatti – ha spiegato il presidente – questo nuovo sistema rispetto al precedente non comporta alcun rischio. Il Muos non è altrettanto sicuro, è più sicuro del vecchio e se non mi fossi convinto anche io di questo dato non sarei qui a parlarvi. Perchè è prioritaria la salute dei cittadini”. Dalla sala si leva qualche mugugno e Lombardo continua: “Potevamo benissimo dire di no. L’abbiamo fatto a Palermo con l’antenna wind shear. L’Enac e l’Enav ci pressavano per farla, ma per salvaguardare i cittadini troveremo un’altra via per escludere qualsiasi rischio”.
I dati tecnici del Muos sono stati illustrati dal professor Luigi Zanforlin. “I campi di frequenza emessi saranno delle radiazioni non ionizzanti e quindi non modificano il dna. E’ molto più pericoloso il telefonino che teniamo all’orecchio e quindi si può stare assolutamente tranquilli. Nelle nostre valutazioni abbiamo messo al primo posto la salute, quindi non c’è stati nessun parere di comodo, ma una certezza in base ai dati acquisiti”. L’associazionismo, però, rimane sulla stessa linea. Maria Franca Meli, esponente di 7 associazioni, spiega che “la città è stanca e ha dovuto papparsi troppi veleni. non vogliamo sentire che il Muos è meno pericolo so di un cellulare, se io ritenessi pericoloso il cellulare non lo userei più. Allo stesso modo sono due anni che Niscemi dice di no, prendetene atto e fateci vivere tranquilli e liberi”.
Parecchie sono state le repliche dei consiglieri e intorno a mezzanotte il presidente ha fatto ritorno a Palermo. Ma per i niscemesi questo impianto non s’ha da fare. La bambina, intanto, ha lasciato prima il consiglio comunale. Era stanca e assonnata. Probabilmente la sua battaglia continuerà ancora.
Pubblicato il
17 Febbraio 2011, 11:26