Nitto Santapaola in aula per "il tesoro": il boss non si perde un'udienza - Live Sicilia

Nitto Santapaola in aula per “il tesoro”: il boss non si perde un’udienza

Ieri, in videoconferenza dal carcere dove si trova detenuto.

CATANIA. Doveva essere uno dei momenti della verità. Di certo era uno dei momenti più attesi: l’ora in cui i giudici del Tribunale di Catania, che decideranno sulla richiesta di confiscare beni ritenuti riconducibili alla famiglia dei Santapaola, avrebbero dato la parola al superpadrino di Cosa Nostra, Nitto Santapaola, che non si perde un’udienza e che avrebbe avuto modo di rispondere chiarendo, se avesse voluto, la propria posizione in merito a un tema che evidentemente gli sta a cuore. Ma per motivi tecnici il Tribunale ha rinviato a mercoledì prossimo, inizio alle 11.30.

È ripreso con un rinvio il procedimento sulla richiesta di far passare allo Stato beni per l’ammontare di 7,7 milioni di euro che la Dda di Catania ritiene riconducibili alla famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano, uno dei gruppi più potenti della mafia siciliana. Questa mattina, dinanzi al collegio della sezione misure di prevenzione, presieduta dal giudice Maria Pia Urso, si tornava in aula per decidere sulla richiesta di confiscare aziende e dodici immobili tra Catania, Mascali e Mascalucia, che in qualche modo sono ritenute appartenenti o riconducibili a Cosa Nostra. Il sequestro risale al 3 dicembre 2019, nell’ambito dell’operazione antimafia del Ros “Samael”.

I beni per l’accusa apparterrebbero a quella che le cronache hanno definito una sorta filiera del denaro sporco: soldi, imprese, affari illeciti maturati nel corso dei decenni, dagli anni ’70 in poi. Questa mattina il presidente non ha potuto far altro che rinviare, perché mancava uno dei giudici e, dovendo svolgere attività istruttoria, si è optato per un rinvio a tecnico. Nella prossima udienza si riprenderà da dove si è rimasti.

Si va in aula per il cosiddetto ”esame dei preposti”, tra cui forse anche lo stesso Benedetto ‘Nitto’ Santapaola, tuttora al 41 bis, capostipite di una famiglia mafiosa che da quarant’anni detta legge negli ambienti malavitosi di mezza Sicilia; e suo nipote, alter ego, Aldo Ercolano. Santapaola anche oggi era presente in videoconferenza e al termine si è intrattenuto qualche minuto per discutere del procedimento con il suo avvocato storico, il penalista Carmelo Calì.
A carico di Santapaola vi è anche una richiesta di misura di prevenzione personale.


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