Nizza accusato di omicidio |È il turno della difesa

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20 Marzo 2018, 19:37

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CATANIA – “Io ritengo che il materiale accusatorio non consente di affermare la penale responsabilità dei miei assistiti”. L’avvocato Salvo Pace ha discusso per tre ore e mezzo davanti alla Corte d’Assise di Catania esaminando e sviscerando pezzo per pezzo gli elementi che hanno portato la Procura a ritenere l’uomo d’onore di Cosa nostra Daniele Nizza il mandante dell’omicidio di Lorenzo Saitta, ucciso nel 2007 e partecipe nell’agguato di Franco Palermo, boss dei Cursoti, crivellato di colpi nel 2009 davanti alla sala Bingo di via Caronda. 

Il cuore del processo è rappresentato dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno permesso dopo alcuni anni di chiudere il cerchio sui due omicidi di mafia. “Le parole di un collaboratore non possono essere considerate prove, lo diventano solo se sono riscontrate”, afferma l’avvocato Salvo Pace nel corso della sua arringa. Il difensore di Daniele Nizza segue un percorso cronologico e analizza il monte accusatorio inerente l’omicidio di Lorenzo Saitta, cugino dell’omonimo boss, conosciuto nella malavita come Salvuccio Lo Scheletro. È un caso di omicidio senza cadavere. Per questo delitto è stato già condannato in secondo grado Andrea Nizza. “Si tratta di una sentenza non definitiva che potrebbe gettare ombre sulla posizione di Daniele Nizza, ma questo solo sul piano della suggestione e non certo della realtà”, argomenta Pace.

Il difensore ritiene che “oltre al chiacchiericcio” nel quartiere, l’unico collaboratore di giustizia che ha un peso in questo processo (per l’omicidio Saitta) è Fabrizio Nizza. Ma Pace evidenzia che si tratta di una dichiarazione “de relato”, e quindi appresa da altre fonti. E per l’avvocato le dichiarazioni del fratello maggiore dell’imputato non possono essere riscontrate dalle rivelazioni degli altri due pentiti che sono stati sentiti nel processo. E cioè Davide Seminara e Angelo Bombace, che il difensore ritiene inattendibili per una serie di ragioni che ha argomentato nel corso dell’arringa. Pace inoltre ha evidenziato che Salvatore Cristaudo, un altro pentito sentito come teste, ha ammesso di aver detto che Daniele Nizza era il mandante dell’omicidio solo perché lo aveva pensato lui e non perché qualcuno glielo avesse mai raccontato.

Anche per l’omicidio di Franco Palermo il difensore ha posto dubbi sull’attendibilità dei collaboratori di giustizia. Il principale accusatore di Daniele Nizza per questo processo è Santo La Causa, l’ex reggente di Cosa nostra catanese. Alle sue dichiarazioni manca un riscontro adeguato. Che non può essere colmato dalle parole di Davide Seminara. L’unico riscontro, dunque, potrebbe trovarsi nelle rivelazioni del fratello pentito Fabrizio. Ma permangono i dubbi relativi al fatto dell’autonomia delle sue dichiarazioni. Al termine dell’arringa, Pace ha chiesto alla Corte d’Assise l’assoluzione per Daniele Nizza per tutti e due i delitti.

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La discussione del difensore proseguirà nella prossima udienza. L’avvocato Salvo Pace analizzerà la posizione dell’altro imputato Orazio Magrì, accusato dell’omicidio di Giuseppe Rizzotto. Il pm Rocco Liguori ha chiesto per i due imputati la condanna all’ergastolo.

 

 

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20 Marzo 2018, 19:37

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