“No a quartieri a luci rosse in città | Niente legalità senza l’aiuto di tutti”

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11 Febbraio 2015, 06:15

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PALERMO – Niente quartieri a luci rosse, a Palermo. O almeno no a zone autorizzate, contrariamente a quanto vorrebbe fare Ignazio Marino a Roma. Lotta senza quartiere ai posteggiatori abusivi, un’ordinanza pronta sulla movida con un ultimatum al consiglio comunale e una richiesta di collaborazione ai cittadini: “Senza di loro, non c’è legalità. Deve cambiare la testa di tutti noi”. E’ un Leoluca Orlando a tutto campo quello che ha partecipato al forum di Livesicilia sul tema della mancanza di regole nel capoluogo siciliano: una “città senza legge”, come abbiamo raccontato in diversi articoli e come sottolineato dalle oltre 100 domande inviate dai nostri lettori, di cui alcune poste direttamente al primo cittadino nel corso del forum.

“La legalità è conveniente per tutti, l’illegalità è conveniente solo per disonesti e criminali – ha detto il Professore – va marcata una distinzione netta tra legalità e illegalità, il che significa dire con chiarezza da che parte stai”. Un tema di grande attualità, specie dopo l’arresto di un consigliere comunale. “La notizia mi è stata data la stessa mattina dal Procuratore capo – ha spiegato il sindaco – un arresto per i fatti addebitati estranei all’amministrazione e al ruolo di consigliere, ma questo non diminuisce la gravità di quanto accaduto e accaduto e chiama in causa chi consente nel firmare le liste un personaggio poi ritenuto responsabile di quanto viene addebitato. Ho contattato subito il Segretario generale del Comune e ho avviato le procedure necessarie, ci costituiremo parte civile. Il consigliere, in base alla normativa siciliana, resterà sospeso, salvo un inasprimento del procedimento per il quale scatteranno eventualmente altre misure. Nel resto d’Italia subentra il primo dei non eletti; non procedere al subentro di primo dei non eletti e’ un modo oggettivo per richiamare le responsabilità di chi sceglie i candidati”.

CORRUZIONE. Il Comune, proprio recentemente, è stato al centro delle cronache giudiziarie per quattro arresti di dipendenti per presunta corruzione. “Abbiamo una normativa anticorruzione rigorosa e riferimento positivo che prevede una rotazione del personale, così da evitare un eccesso di familiarità tra il funzionario comunale e il cittadino. La rotazione non è una censura, ma non è bello vedere qualcuno che svolge un’attività da anni e ha familiarità con professionisti e imprenditori: il cittadino nota la differenza tra le pacche sulle spalle e il dover attendere il proprio turno. Potevamo spostare i dipendenti subito, dopo la segnalazione anonima giunta nell’autunno del 2012 e girata alla Procura, ma di concerto con gli inquirenti abbiamo attivato meccanismi di controllo e intercettazioni per acquisire le prove. Uno dei dipendenti era un lavoratore a tempo determinato e ho disposto che non gli venga rinnovato il contratto. Sarà l’unico precario non stabilizzato. Siamo con Milano all’avanguardia per il whistleblowing,  ogni dipendente può segnalare anomalie o reati con un sistema segreto e garantito. Ci auguriamo che un giorno le denunce siano tutte firmate, nel frattempo presteremo attenzione agli anonimi”.

POSTEGGIATORI. Altro tema caldo quello dei posteggiatori abusivi, che rappresentano ormai una piaga. “Il fenomeno, ormai oggetto anche di tesi di laurea, è radicalmente cambiato: negli anni Novanta non avvertivo l’allarme del posteggiatore, quando ti chiedevano l’obolo e non lo ricevevano, poteva capitare di essere apostrofato e lì finiva tutto. Tornato sindaco ho trovato un imbarbarimento, siamo in presenza di strumenti criminali di controllo del territorio”. Secondo i dati del Comune, i controlli sui posteggiatori abusivi sono aumentati esponenzialmente (da 8 nel 2011 ad oltre 1000 negli ultimi due anni), ma il problema è che la legge non prevede sanzioni adeguate. “Periodicamente inviamo alla Procura l’elenco nominativo dei posteggiatori oggetto di contravvenzioni – ha continuato Orlando – per verificare se nomi e cognomi coincidono con nomi e cognomi di un capo o di un affiliato di organizzazioni mafiose o criminali. Il posteggiatore è parte di una catena di un pizzo chiesto agli operatori economici. A piazza Magione c’era un sistema perverso di alleanza tra la mafia, chi aveva bisogno di lavorare e i ragazzi della Palermo bene che volevano divertirsi. Si è creata una miscela esplosiva, truccata da attività commerciali: era un paravento per lo spaccio di droga. Qualche Peter Pan palermitano che sta in via Libertà e difendeva il diritto del giovane rampollo a divertirsi mi diceva che basta autorizzarli: sono passati 10 mesi, non uno ha chiesto di essere autorizzato a svolgere attività economiche. Purtroppo le sanzioni sono inadeguate, l’unica è la contravvenzione che non fa paura a chi non ha niente ufficialmente. Ho chiesto a un legale palermitano di fornirmi un parere gratuito per una proposta di legge che invierò ai sindaci delle grandi città per chiedere loro di unirsi a noi in questa lotta. E’ uno dei problemi di cui parlo spesso col sindaco di Napoli”.

BANCARELLE. “La via Maqueda è un esempio positivo di come l’alleanza istituzionale tra operatori economici, residenti e Comune ha realizzato una straordinaria isola pedonale. Resta il rammarico di non collegarla con l’altra isola pedonale della parte alta di corso Vittorio Emanuele. Non sono queste le cose che creano problemi, ma la presenza selvaggia che combattiamo sotto i portici di via Ruggero Settimo, con bancarelle che sono fuori da ogni regola vendendo merce di dubbia provenienza. C’è però un’enorme repressione della Polizia municipale, che nel 2014 ha sequestrato 119.297 pezzi”.

MOVIDA. “Ho inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente del consiglio comunale, che ho mandato anche alla Procura, perché non c’è un regolamento comunale sulla movida e facciamo continuamente ordinanze. L’assessore Marano ha presentato una proposta sulla promozione economica e vivibilità di alcune zone della città. Il regolamento è ancora in consiglio: se non sarà approvato entro febbraio, dal primo marzo scatterà una nuova ordinanza”.

APETAXI. “Erano una massa confusa di personaggi che danneggiavano il turismo, abbiamo stabilito chi ha diritto e chi no e recentemente, rispondendo a un turista austriaco, stiamo togliendo l’autorizzazione a un conducente che aveva abusato delle sue funzioni. Non è possibile avere apecalesse ai Quattro canti, ci sono in altre zone appositi stalli e stiamo risolvendo anche il problema degli stalli per le carrozze. Siamo una città in cammino, bisogna cambiare la testa dei cittadini e di tutti noi. La legalità o è un percorso o resta solo uno slogan”.

VIDEOSORVEGLIANZA. “Abbiamo in arrivo decine di impianti di videosorveglianza, previsti anche per le scuole, e da fine marzo cominceranno a essere montati. Avremo inoltre telecamere che eleveranno contravvenzioni con una semplice fotografia della targa, colpendo anche i posteggiatori identificabili. Il primo contributo alla legalità deve però venire dal cittadino”.

QUARTIERE A LUCI ROSSE. “O prendiamo atto che alcuni quartieri bui e degradati sono luogo di frequentazione delle prostitute e dei clienti oppure illuminiamo le zone attualmente utilizzate per questo. Il tema di fondo è cercare di eliminare le zone degradate illuminandole e rianimandole, come alla Favorita, non lasciandole a chi ne fa un uso inopportuno. La prostituzione è un fenomeno di degradante mortificazione. I quartieri non devono essere nè a luci rosse nè spente, ma illuminati”.

BARRIERE ARCHITETTONICHE. “A Palermo esistono moltissime barriere abbattute e poi ricostruite dal ‘selvaggiume’ dei palermitani. In via don Pino Puglisi ho visto una lunga fila di auto sul marciapiede che non lasciava passare una carrozzina: la colpa è del Comune o dei selvaggi? Ma siccome la colpa poi è sempre del Comune, ho mandato la Polizia municipale. Il tema è rendersi conto che i passi avanti di Palermo hanno bisogno della collaborazione dei cittadini. Spesso lo stesso che denuncia un episodio di occupazione del marciapiede è lo stesso che ha l’auto posteggiata là”.

IMPIANTI SPORTIVI. “Se arriva qualcuno e ruba una panchina o una lampadina, puoi pensare che sia un fenomeno isolato, ma i furti alla Fiera di attrezzature che hanno bisogno di un camion per essere trasportate sono cosa diversa. Al Palazzetto era tutto pronto per mandare in gara il recupero della copertura e qualcuno ha segato i tiranti, cosa per la quale serve una certa organizzazione. La conseguenza? Non potevamo mandare in gara l’appalto, perché sono cambiate le condizioni e abbiamo dovuto rifare il progetto. E’ mai possibile che nessuno se ne è accorto? Possiamo mettere un vigile per ogni cittadino? Ma si sa, la colpa è sempre del sindaco. Per questo abbiamo siglato un’intesa con il Coni regionale: lavoriamo all’ipotesi di affidare alcuni impianti alle federazioni competenti. Federazioni che provvederanno alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Il credito sportivo ci ha inoltre segnalato un provvedimento che consente al Comune di accedere a mutui per ristrutturazioni di impianti sportivi presso le scuole, impianti che possono essere affidati alle federazioni del Coni. Il Palamangano e il Palaoreto inoltre ora sono agibili: la notizia è che non lo erano prima”.

CONCORSI. “Nei comuni siciliani 20mila precari sono entrati senza concorso pubblico. Il tema va affrontato salvaguardando il lavoro e non il posto di lavoro. Per questo abbiamo chiesto un tavolo alla Regione, perché non vogliamo arrivare a dicembre presentandoci col cappello in mano per una proroga. A Palermo non abbiamo neanche un precario, abbiamo stabilizzato tutti e bandito concorsi per tecnici e insegnanti di scuola materna. Andando al resto della Sicilia, non possiamo però licenziare chi già lavora; è necessario però che chi ha un lavoro lavori”.

LEGALITA’. “Ho letto l’articolo bello e toccante di Livesicilia con le dichiarazioni di un avvocato palermitano sulla legalità, parole cariche di rabbia e amore per Palermo. Ringrazio Livesicilia per il contributo che dà nel dar vita a una comunità di palermitani. Bisogna trasformare una città che esiste in una comunità, che ancora non esiste. Questo crea un rapporto corretto di collaborazione e controllo tra cittadino e amministrazione”.

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11 Febbraio 2015, 06:15

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