No ai corsi per 300 ragazzi | Devono cercarsi una scuola

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03 Marzo 2020, 06:05

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PALERMO – I nuovi primi anni dei Corsi Iefp di due enti di formazione, cioè i corsi di istruzione e formazione professionale destinati ai ragazzi in età di obbligo scolastico, non potranno essere riconosciuti dalla Regione. Sono i corsi nati per evitare o ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.

Ma salvo una decisione opposta del Cga, per quello che potrebbe essere definito un cavillo burocratico, i ragazzi iscritti alle scuole di formazione dell’Associazione Politeia e del’Associazione Istituto Moravia dovranno cercare entro fine maggio un’altra struttura dove frequentare i percorsi alternativi alla scuola tradizionale. A deciderlo è stata la sezione palermitana Tribunale amministrativo regionale con un ordinanza decidendo un ricorso dei due enti in sperimentazione che puntavano ad avere ammesse le nuove iscrizioni.

Al centro di tutto ci sarebbe la normativa sulla sperimentazione dell’attività Iefp. La Regione ha deciso infatti che il mercato delle scuole alternative a quelle tradizionali può essere ampliato con l’ingresso di nuovi enti che abbiano attuato una progetto formativo insieme a un Istituto professionale di Stato almeno per un triennio. Con il ricorso i due istituti puntavano a far saltare questa previsione in quanto non prevista da alcuna normativa.

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I giudici, infatti, erano chiamati a pronunciarsi sulla legittimità di una delibera della giunta regionale che fissava le line guida per la realizzazione dei percorsi Iefp. Proprio in forza di questo atto del governo i due enti per i prossimi tre anni non potranno fare nuovi iscritti ai propri corsi. Prima infatti deve finire il percorso per ottenere i requisiti per svolgere a regime i corsi Iefp. Oggetto del ricorso sono state, quindi, anche le note con cui è stato comunicato che gli enti “non rientravano tra quelli abilitati a erogare l’offerta formativa Iefp con conseguente non ammissione delle iscrizioni ai primi anni Iefp 2020/2021”.

Il Tar, però, ha rigettato la domanda. Nel frattempo, infatti, è stata approvata la nuova legge sulla formazione professionale che ha dato copertura proprio alla previsione del governo. “Il ricorso – annotano così i giudici -, ad un primo sommario esame proprio della fase cautelare, non appare sorretto da sufficienti profili di fondatezza tali da farne ipotizzare un esito favorevole nel merito, attesa la sopravvenuta normativa regionale disciplinante la materia”. Insomma, quei corsi, almeno per quella finalità non sono riconosciuti. I ragazzi dovranno cercarsi entro maggio una scuola alla quale iscriversi.

 

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03 Marzo 2020, 06:05

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