28 Febbraio 2013, 16:50
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CATANIA – “Se hanno firmato hanno fatto bene”. Questo il commento dell’ex direttore dell’Ufficio Speciale, Tuccio D’Urso, alla notizia della firma a Roma del contratto istituzionale di sviluppo per la realizzazione della direttrice Messina-Catania-Palermo, che consentirà il collegamento in 2 ore 25 minuti, con un risparmio di 20 minuti e una maggiore frequenza di convogli. Nel programma di sviluppo della Rete Ferroviaria Italiana è compreso, infatti, il cosiddetto Nodo Catania, firmato dall’allora sindaco Umberto Scapagnini, all’epoca commissario straordinario per l’emergenza traffico, e autorizzato nel 2004 dall’allora Sovrintendente ai Beni Culturali Gesualdo Campo che prevede il raddoppio del binario anche nella tratta compresa tra Zurria e Acquicella, contro cui si è scagliata l’intera città, compresa l’amministrazione guidata dal sindaco Raffaele Stancanelli.
“E’ sicuramente un bene che il progetto possa partire – continua D’Urso – perché è fondamentale non solo per la città di Catania, che avrà così la sua metropolitana urbana collegata ai principali paesi della fascia ionica, ma per l’intero sistema Sicilia, che potrà finalmente pensare di avere, nel tempo, un rapido collegamento tra le città principali”. D’Urso risponde anche a chi parla di scempio della città e di distruzione del patrimonio storico, archeologico e artistico che il raddoppio del binario in centro storico comporterà necessariamente, evidenziando quanto, piuttosto, gli interventi di Rfi siano un’importante occasione anche per capire cosa c’è sotto la città ed, eventualmente, riportarlo alla luce.
“Non c’è migliore occasione di questa per verificare se ci sono reperti – prosegue – capire di che tipo ed eventualmente renderli fruibili”. Una posizione questa che, però, non trova sostenitori tra i cittadini: residenti, associazioni, amministratori, sono infatti pronti a fare valere le ragioni del no, opponendosi con ogni mezzo a disposizione.
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28 Febbraio 2013, 16:50