23 Marzo 2017, 17:11
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PALERMO – Tra scadenza e nuovi incarichi cambia lo scacchiere giudiziario palermitano. Le novità riguardano incarichi di peso.
Il procuratore aggiunto Bernardo Petralia è stato proposto all’unanimità dalla Commissione incarichi del Csm per il ruolo di procuratore generale a Reggio Calabria. Si attende solo che il Plenum nei prossimi giorni ratifichi la proposta. Petralia ha coordinato negli ultimi anni le indagini sulla pubblica amministrazione. Le firme false del Movimento 5 Stelle, il peculato contestato al segretario generale della Regione Patrizia Monterosso, le mazzette negli uffici regionali che vigilano sul business delle energie alternative: sono solo alcune delle inchieste a sua firma. Il magistrato ha anche coordinato il lavoro dei sostituti che si occupano di misure di prevenzione. Dei beni che vengono sequestrati ai mafiosi o a chi ha fatto affari con i boss.
Non è l’unico cambio in vista in uno dei settori più delicati dell’attività giudiziaria. Il Plenum del Cms, infatti, ha dato il via libera al trasferimento di Giacomo Montalbano, attuale presidente della sezione misure di prevenzione. Andrà a presiedere una Corte d’appello, sempre a Palermo. Si dovrà trovare una nuova guida per l’ufficio travolto dalla scandalo. Quando l’ex presidente Silvana Saguto finì sotto inchiesta a Caltanissetta e fu sospesa dalla magistratura il presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale, scelse un giudice esperto come Mario Fontana per “mettere in sicurezza” le misure di prevenzione. Poi, Fontana è andato in Corte d’appello, ed è toccato a Montalbano, pure lui giudice dalla navigata esperienza, avviare la “normalizzazione” della sezione. Adesso si apre la partita per la successione. All’incarico sembrerebbero aspirare Bruno Fasciana e Raffaele Malizia.
Montalbano porterà a termine i processi andati in decisione. L’ultimo in ordine cronologico è quello che riguarda i beni di Francesco Lena, inclusa la cantina e il resort Abbazia Sant’Anastasia. Lena è stato assolto con sentenza definitiva dall’accusa di essere stato un prestanome dei boss, ma il processo patrimoniale, che segue un percorso autonomo, è ancora in corso. Per tutti gli altri procedimenti – dal sequestro Rappa a quello Niceta – è ipotizzabile che il nuovo presidente, una volta nominato, dovrà farsi una quadro completo della situazione.
Quella di Petralia non è l’unica notizia che riguarda la Procura della Repubblica. Oggi, infatti, è scaduto l’incarico del procuratore aggiunto Teresa Principato che ha coordinato le indagini sui traffici di droga e, soprattutto, le ricerche del latitante Matteo Messina Denaro. Con l’addio di Principato – per lei sembrerebbe pronto un posto alla Direzione nazionale antimafia – salgono a tre i posti di aggiunto da ricoprire. Sono già scaduti i mandati di Maurizio Scalia e Vittorio Teresi, ai quali, a giugno, si aggiungerà l’incarico di Leonardo Agueci. Al momento sono stati nominati dei “reggenti”, ma è stato il procuratore Francesco Lo Voi, nel corso di una recente conferenza stampa, ad auspicare che il Csm decida al più presto sul concorso per il quale le domande sono state presentate da tempo. Prima, però, il Csm potrebbe decidere i nomi dei nuovi procuratori di Trapani e Messina. Solo dopo toccherà alle questioni palermitane.
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23 Marzo 2017, 17:11