04 Giugno 2018, 18:11
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PALERMO – Si è dimesso il 28 maggio scorso. Domenico Torrisi era stato nominato appena 28 giorni prima, il 30 aprile per la precisione. Ma l’ultimo amministratore unico della Società interporti siciliana ha deciso di fare un passo indietro, per “sopravvenuti impedimenti familiari”. Prima di lui, era stato il turno di Carmen Madonia, che aveva deciso di dimettersi dalla stessa carica il 18 aprile scorso. Non c’è pace, insomma, per una delle più delicate società regionali, adesso a caccia di un nuovo amministratore. In occasione dell’ultima assemblea dei soci, si è deciso di riprovarci tra il 6 e il 7 giugno prossimo. Ma non è certo così che si potrà giungere a una soluzione condivisa tra i soci, appunto, che sono tanti: la Regione, il Comune di Catania, quello di Termini Imerese e le Città metropolitane di Catania e Palermo.
Andato via l’ex amministratore Alessandro Albanese lo scorso febbraio, la carica è stata ricoperta come detto per meno di due mesi da Carmela Madonia che si è poi dimessa. Da allora non si è trovato nessuno disposto a ricoprire l’incarico, fino all’arrivo del professor Torrisi. Che per sedersi al vertice della Sis ha dovuto chiedere un “nulla osta” all’Università di Catania. Un via libera giunto il 24 maggio, con una nota firmata dal rettore Basile. Eppure, passano appena quattro giorni e con una email Torrisi comunica di “rinunciare prontamente” all’incarico dovendosi dedicare alla risoluzione di “alcune problematiche familiari”. E così, società al punto di partenza e assemblea dei soci convocata per il 6 e il 7 giugno.
Difficile pensare, però, che in questi pochi giorni la Regione possa decidere di nominare il nuovo amministratore. Almeno stando ai precedenti più recenti. I primi mesi dell’anno, infatti, il governo di Nello Musumeci ha deciso di applicare la norma sul cosiddetto “spoils system”. Ma il principio seguito è stato un po’ diverso dal come si era fatto in passato. Incombevano, infatti, le elezioni politiche e il governatore scelse di tenere fuori dalla mischia elettorale quelle nomine. Così, si andò verso l’individuazione di alcuni dirigenti interni, o già “in servizio” presso gli uffici di gabinetto del presidente e degli assessori. “Ho deciso: niente nomine nel sottogoverno regionale in campagna elettorale – ha detto Musumeci il 2 febbraio scorso -. Voglio evitare qualsiasi tentativo di speculazione. La legge mi impone, com’è noto, l’esercizio della facoltà di sostituire i vertici di tutte le società partecipate entro novanta giorni dal mio insediamento. Poiché la scadenza coincide con la campagna elettorale, ho dato disposizione, d’accordo con la Giunta, di procedere alla nomina “transitoria” tra il personale degli uffici di diretta collaborazione, rimandando al dopo 4 marzo le scelte definitive, sulla base di oggettive valutazioni di competenze ed esperienze di ognuno”.
Il 4 marzo però è già lontano. Da quel giorno sono passati due mesi. E al vertice delle società regionali, salvo rare eccezioni, siedono ancora i ‘transitori’ (nel frattempo, alcuni tra i nominati si sono anche dimessi perché chiamati a svolgere altre funzioni sempre alla Regione). E così, la Sis è di nuovo senza presidente, le altre società con i vertici temporanei. E le nuove nomine non sembrano ancora così vicine. Se vale il principio che intende sottrarre questi incarichi alla campagna elettorale, si dovrà aspettare la chiusura del turno delle Amministrative. Altri venti giorni almeno, insomma. A quel punto, i transitori con la valigia in mano e la consapevolezza di ricoprire un posto che andrà a un altro, saranno lì da cinque mesi.
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04 Giugno 2018, 18:11