27 Luglio 2011, 15:57
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Non c’è da abbassare la guardia, secondo Salvatore Gambino, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della sezione di Catania. Tutta l’Isola infatti è una zona soggetta a scosse. Ma quanto registrato questa notte, nelle province di Enna e Messina sembra essere solo la naturale conseguenza della scossa registrata lo scorso giugno nelle stesse zone.
Cosa sta succedendo nelle province di Enna e Messina?
“Le scosse di questa notte sono in realtà due differenti tipologie. Le prime due, registrate alle 5:31 e alle 5:42, rispettivamente di magnitudo 2.7 e 2.3, vicini agli epicentri di Castel di Lucio e Mistretta nel messinese e Sperlinga nell’ennese, sono piccoli eventi che rientrano nella normale attività sismica che viene registrata anche a livello nazionale. Per quanto riguarda la scossa registrata alle 6:03 invece, di magnitudo 3.2, intorno a Galati e Tortorici deriva da una scossa più forte avvenuta il 23 giugno con magnitudo 4.1”.
Cosa le ha causate?
“In tutta la Sicilia ci sono aree sismiche, alcune maggiormente soggette a scosse rispetto ad altre. Sono dinamiche legate al contatto tra due placche, quella africana e quella europea. E quella siciliana è proprio una delle zone in cui le placche si scontrano, creando scosse di terremoto: un’attività, quella registrata nelle zone di Galati e Tortorici, che dunque rientra nel normale, dinamico, ma molto lento, processo di assestamento”.
Potrebbero costituire un’anticipazione a scosse di magnitudo più elevato?
“Noi rileviamo un trend decrescente nelle scosse registrate, cosa che in genere avviene dopo una scossa più forte, come quella dello scorso giugno. In questo momento comunque la zona di Messina resta sotto osservazione, nel caso dovesse esserci un aumento della potenza dell’attività sismica. Anche se sulle scosse di questa notte, ripeto che la mia impressione è quella di un andamento decrescente della potenza del fenomeno sismico”.
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27 Luglio 2011, 15:57