28 Gennaio 2024, 07:05
2 min di lettura
PALERMO – Non aprite la porta a sconosciuti, né a persone che si qualificano nei modi più disparati e poi, dopo pochi convenevoli, vi chiedono somme di denaro o, in mancanza, gioielli e preziosi. Fin qui, siamo nel campo delle ovvietà. Che tanto ovvie non sono, specialmente quando le vittime sono persone anziane o comunque fragili. Come ci insegnano i quotidiani, i malintenzionati tentano sempre di fare leva sui sentimenti, ingenerando ansia nel loro “bersaglio” con il racconto di storie drammatiche, possibilmente riferendo di incidenti o situazioni difficoltose in cui sono incappati stretti congiunti della vittima. Che, frastornata, non fa caso ai dettagli e cade nel tranello.
Ultimamente si è verificata una recrudescenza di episodi truffaldini realizzati con l’uso del telefono: la tecnica è abbastanza costante. Una telefonata allarmata, un messaggio che comunica sventure a carico di un figlio o di un nipote dell’interlocutore, poi la richiesta di provvedere alla immediata corresponsione di una somma di denaro, magari da versare con bonifico istantaneo. Questi episodi sono ospiti assidui delle pagine di cronaca, anche quando si colorano di grottesco: ricordate il tentativo di truffa telefonica posto in essere ai danni nientemeno che di un generale dei Carabinieri? Lì i truffatori sono cascati decisamente male: la trappola che avevano congegnato li ha, a loro volta, incastrati. Cosa fare, quindi, in questi casi? La vera soluzione sta nella prontezza di spirito che – ci rendiamo perfettamente conto – in certe situazioni non si può pretendere né da se stessi, né dagli altri. Buona norma sarebbe senz’altro porre delle domande a trabocchetto al proprio interlocutore, per indurlo a sbagliare su dettegli specifici (il nome di un figlio, l’età di un nipote, eccetera) che svelerebbero rapidamente il tentativo di truffa.
Mai comunicare i propri dati bancari, codici PIN, numeri di carte di credito e via discorrendo: i truffatori più abili potrebbero riuscire ad accedere al conto corrente, oppure a prelevare e stornare somme di denaro. Per il resto, soccorre il codice penale: la fattispecie di truffa, che richiede la presentazione della querela, punisce proprio chi sorprende la buona fede altrui per trarne un ingiusto profitto. Il guaio è che, purtroppo, in queste occasioni è molto difficile acciuffare i responsabili i quali, ammesso che siano effettivamente in Italia (specialmente le truffe telefoniche o telematiche sono commesse da soggetti che si trovano fisicamente all’estero), avranno già fatto sparire il maltolto. La parola d’ordine, quindi, è: prevenzione. Un muro di diffidenza nei confronti richieste economiche anomale, specialmente se veicolate con telefonate e SMS risulta abbastanza efficace: il malfattore, temendo di essere scoperto, mollerà la presa e si dirigerà altrove. Informiamo quindi i nostri conoscenti, spiegando specialmente ai più anziani e a chi vive da solo quali sono i modi più frequenti con cui possono essere raggirati e invitandoli a segnalare subito ogni episodio sospetto alle forze di polizia.
Pubblicato il
28 Gennaio 2024, 07:05