“Non c’è impresa senza debiti | La crisi non colpisca la dignità”

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30 Gennaio 2020, 16:40

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PALERMO – Una fila di imprenditori alla porta, prestiti da centinaia di migliaia di euro con tassi che superavano il 500 per cento annuo, assegni in bianco da consegnare come garanzia: l’arresto di Santo e Alessandro Sottile, padre e figlio finiti in manette con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all’usura, estorsione ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, è una sfumatura che non emerge dai numeri positivi del fare impresa in Sicilia e a Palermo.

I dati di nati-mortalità delle imprese divulgati da Unioncamere raccontano un’Isola in fermento, con un saldo di fine 2019 che recita +3618 a livello siciliano e +1144 nel Palermitano. Ma per i Sottile non sarebbe stato un problema: la presunta vittima di usura che ha fatto scattare l’operazione dei finanzieri, per esempio, a fronte di un prestito di 450 mila euro avrebbe dovuto restituire più di un milione. “Si arriva a questo dopo che le banche chiudono le porte – commenta Nunzio Reina, responsabile dell’Area produzione di Confesercenti Sicilia –. Non c’è impresa a Palermo che non sia indebitata. Mentre a una banca non interessa se l’azienda lavora o no,  paradossalmente questi ‘signori’ guardano davvero alle potenzialità che gli imprenditori possono offrire se si investe su di loro”.

“Il tema ha origini profonde – dice Mario Attinasi, presidente di Assoimpresa –. Il ‘peccato originale’ va cercato fra le responsabilità del nostro Paese: un’impresa ricorre all’usura perché il sistema creditizio è diventato molto complesso e perché la pressione fiscale è insostenibile, e così ci si ritrova in debito con lo Stato già dal giorno dell’apertura. Le parabole che portano a scelte scellerate ormai sono ben note – prosegue – e per questo esistono dei fondi statali per porvi rimedio, ma il problema sta a monte: se il modello fiscale è quello attuale, anche i fondi servono a poco. Sarebbe meglio pagare meno e pagare tutti, abbassando la tassazione. Come? Per esempio dando a tutti la possibilità di detrazioni su tutto ciò che compriamo: in questo modo lo scontrino diventa uno strumento fondamentale per il consumatore, che lo chiede, e l’impresa non può che seguire le regole fornendoglielo sempre”.

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Il giro d’affari da cinque milioni di euro imbastito dai Sottile coinvolgeva diverse imprese edili, a cui venivano erogati prestiti poi spacciati per acquisti di materiale. “Proprio per questa categoria di aziende la tassazione può arrivare anche al 60 o 70 per cento fra diretta e indiretta – fa presente Reina – però spessissimo l’imprenditore continua a contare sul fatto che riuscirà a sistemare le cose; l’usura è proprio l’ultima spiaggia, dopodiché c’è solo il suicidio. Ma a questo proposito c’è anche da dire che molti sconoscono una legge che proprio il suicidio cerca in tutti i modi di evitarlo: la norma – spiega – prevede l’intervento di esperti che, se l’azienda risponde ad alcuni requisiti di base, lavorano alla soluzione migliore per pagare tutti gli insoluti e non continuare a indebitarsi”.

Resta comunque un fatto: la scoperta della macchina dell’usura che i Sottile avrebbero messo in moto è anche motivo di riflessione per chi rappresenta gli imprenditori. Reina infatti, pur precisando che “chiaramente invece di ridursi a questo sarebbe più opportuno chiudere”, osserva anche che ogni scelta drastica dovrebbe essere fatta “non prima di aver parlato con chi si occupa di credito nelle associazioni di categoria. Non dev’esserci vergogna nel rivolgersi a chi può dare una mano nella piena legalità, e in merito dobbiamo constatare che gli imprenditori sono distanti da noi. La dignità di una persona non ha nulla a che vedere con una crisi finanziaria”.

“L’imprenditore in difficoltà si rivolga alle associazioni – taglia corto Attinasi – e lo faccia ben prima di arrivare a questo punto. Le associazioni sono in grado di ottenere finanziamenti, ad esempio attraverso consorzi fidi che possono garantire per l’imprenditore, o ancora in certi casi, come per Assoimpresa, la consulenza fiscale, del lavoro e legale sono gratuite”.

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30 Gennaio 2020, 16:40

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