26 Febbraio 2019, 15:11
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PALERMO – La Corte d’assise di Palermo ha assolto 7 migranti migranti accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo in merito al naufragio dell’agosto del 2015 in cui persero la vita almeno 56 persone. Era detenuti dell’agosto 2018 e sono stati immediatamente scarcerati. I superstiti vennero salvati dalla nave svedese Poseidon e condotti a Palermo.
Dopo gli sbarchi i sette imputati vennero arrestati perché ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione naufragata e responsabili della morte dei profughi, costretti a fare la traversata del Canale di Sicilia stipati e quindi in condizioni di pericolo. I pubblici ministeri avevano chiesto l’ergastolo per i sette imputati.
Gli assolti sono: Lissa Okrema Ahmad, siriano, 26 anni; Buchalla Zied, libico, 29 anni; Hasan Chibab, marocchino, 41 anni; Mohamed Alif, marocchino, 24 anni; Badr Kachouch marocchino, 31 anni. Sami Naser (26 anni, siriano) e Alradi Isam (marocchino, 29 anni).
I giudici hanno accolto le tesi dei legali della difesa, gli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Vincenzo Rocciolo Avila, Bianca Savona e Luigi Campagnuolo: mancherebbe la prova che gli imputati fossero alla guida della barca naufragata. I testimoni superstiti che li accusarono non sarebbe totalmente attendibili. Potrebbero avere accusato i presunti scafisti nel tentativo di ottenere il permesso di soggiorno. Gli imputati erano accusati anche di aver sottoposto i profughi a “un trattamento inumano e degradante, avendole reiteratamente percosse e minacciate anche con l’uso di coltelli e bastoni, costringendoli a rimanere seduti ed immobili durante la navigazione e stipandoli almeno in 100 all’interno della stiva, dalla quale impedivano l’uscita”. In un altro processo era stato, invece, condannato un minorenne, accusato di avere guidato l’imbarcazione.
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26 Febbraio 2019, 15:11