“Non era pizzo, solo un pagamento”

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09 Febbraio 2012, 18:19

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Nega fino in fondo. Quei soldi, 25 mila euro, dati al boss di Bagheria non erano pizzo, ma il pagamento del lavoro di intermediazione riconosciuto al capomafia Pino Scaduto. Carmelo Lucchese, titolare di alcuni supermercati Conad a Bagheria e Belmonte Mezzagno ha deposto al processo d’appello nato dall’inchiesta Perseo.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Lucchese era interessato all’acquisto di un supermercato a Belmonte Mezzagno. Il pentito Onofrio Prestigiacomo disse di lui che era un commerciante vessato ma che pagava lo scotto di essersi messi nei guai da solo, scegliendo di farsi aiutare da Scaduto nella controversia per l’acquisto di un magazzino in via dell’Orsa minore, a Palermo. Da quel momento, secondo il racconto del collaboratore, si era infilato in un tunnel. Lucchese non sarebbe più riuscito a sfuggire alla stretta di Scaduto e Sandro Capizzi, figlio del boss di Villagrazia Benedetto, zona in cui ricadeva il magazzino da acquistare.

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Inizialmente Scaduto avrebbe preteso circa duecento mila euro che scesero a 25 mila visto che Lucchese non acquistò più i locali ma rilevò solo la licenza. “Non si trattò di pizzo – ha detto ai giudici – ma del pagamento del lavoro di intermediazione”. Pagata in nero.

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09 Febbraio 2012, 18:19

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