23 Luglio 2013, 22:24
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PALERMO – “Chi voleva la nostra testa, non l’ha avuta”. Con queste parole il presidente della Regione Rosario Crocetta ha commentato, pochi minuti dopo la fine della riunione della commissione di garanzia, la decisione del Pd riguardo al ricorso sull’incompatibilità tra il partito e il Megafono. “Mi sembra chiaro – dice infatti Crocetta – che la commissione non ha ravvisato alcuna incompatibilità. Ha solo precisato che, in assenza di accordi politici, il Megafono non può strutturarsi attraverso organismi e cariche, nè può procedere al tesseramento. Se il mio movimento dovesse agire in questo modo in assenza di accordi col Pd allora sì che sarebbe incompatibile”. Insomma, secondo il governatore, la decisione della commissione di garanzia ha in qualche modo aperto al dialogo tra partito e movimento. “Il Pd sta invitando, in pratica, a discutere di questo rapporto. E noi discuteremo”.
Con chi, però, verrà aperto il dialogo?
“Questa vicenda può essere affrontata solo con la segreteria nazionale, non ci sono altre possibilità”.
Nel documento della commissione, però, c’è anche l’invito ad evitare qualunque forma di denigrazione nei confronti dei dirigenti del Pd.
“Io – puntualizza il presidente della Regione – non ho mai denigrato nessuno. Questo ricorso mica l’ho presentato io. Noi del Megafono ci siamo solo difesi. Ho parlato di questione morale? Credo sia giusto. È un argomento centrale nel partito fin dai tempi di Berlinguer. E che dovrebbe essere molto caro a chi, come me, è un dirigente del Pd”.
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23 Luglio 2013, 22:24