“Non riusciamo a crederci”| Gli amici di Antonio sotto choc

di

27 Gennaio 2016, 20:43

2 min di lettura

PALERMO – Al civico 13 di piazza Europa è un continuo viavai. Chi non aveva notizie di Antonio da tempo o lo incontrava soltanto raramente a Palermo, chiede cosa è accaduto a Carrara o spera, semplicemente, che quel carabiniere ucciso davanti alla porta di casa non sia l’uomo disponibile e sorridente che nella zona tutti conoscevano.

In tanti parlano di quel sorriso, di quell’aria serena e soddisfatta che il maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi aveva sempre avuto. Soprattutto da quando si era trasferito nella cittadina toscana: “Lì si sta bene, si vive tranquilli”, diceva agli amici del quartiere in cui era nato e cresciuto. In quel palazzo abitano ancora i genitori del carabiniere che stamattina è stato assassinato da un ex postino per vendetta. Stamattina, quando in città è arrivata la notizia, il padre e la madre di Antonio Taibi hanno preso il primo volo. “L’ultima volta che l’ho visto – racconta il titolare del panificio che si trova vicino casa della famiglia Taibi, Antonino Buscemi – mi ha raccontato quanto si trovava bene lì. Era felice, era soddisfatto del suo lavoro. E’ stato strappato a tutti noi da un gesto folle, siamo tutti sotto choc. Io l’ho visto praticamente nascere, avevo aperto da poco il panificio quando Antonio, i suoi fratelli e gli altri bambini della zona giocavano qui”.

Articoli Correlati

Un’area dove una volta si trovava un campetto di calcio. E’ quello il luogo dei ricordi, il posto che ha visto nascere e crescere le aspirazioni e i desideri di Antonio Taibi e di tanti suoi coetanei. “Quel gruppetto di bambini, che avevano un’età che andava dagli otto ai quattordici anni – racconta Nino Ferrara, lo storico barbiere della zona – è indimenticabile. Sono decine gli aneddoti che mi ricordano Antonio, che non perdeva mai l’occasione di venirmi a trovare, anche da adulto. L’ultima volta, era la scorsa estate, è entrato qui in negozio, sorridente come sempre. Si trovava a Palermo per festeggiare i cinquant’anni di matrimonio dei suoi genitori. Molto legato alla famiglia, tornava in città ogni anno, almeno due volte. Non riusciamo a credere che ciò non accadrà più, è un dolore troppo forte”.

 

Pubblicato il

27 Gennaio 2016, 20:43

Condividi sui social