“Non sono una persona| ma solo un numero”

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20 Ottobre 2013, 17:39

4 min di lettura

Gent.mi,

oggi mi sono promesso di scrivere questa mail in quanto mi rendo conto di non farcela più da solo. Non so se avrò mai risposta ne tanto meno un concreto aiuto, ma l’attuale stato di disperazione mi porta a questo ultimo tentativo, anche perché non conosco nessuno di Voi a cui scrivo e quindi posso anche capire che questo messaggio verrà cestinato automaticamente.

Ma vi chiedo la bontà di leggere questa mia mail per farvi capire che la persona che sta scrivendo non è un delinquente, un truffatore ne tanto meno un pazzo disperato …ma semplicemente un giovane padre di una bambina di 4 anni, sposato con una persona che si è impegnata lo stipendio per aiutarmi e che non merita di vivere la situazione negativa che ho creato.

Mi chiamo C. G., diversamente da altre situazioni drammatiche in giro per il paese io ho un regolare lavoro da dipendente e negli anni (dal 2000 a oggi) ho creato una piccola ditta dedicata al settore informatico, al web e ai servizi internet. Una ditta che fino a qualche anno fa riuscivo a gestire tranquillamente e che mi dava anche delle belle soddisfazioni. Poi sappiamo tutti che cosa è successo in questi anni.

Il vero problema che oggi mi sta torturando il cervello e che mi porterà a farla finita per sempre è che io purtroppo sono tagliato fuori dal credito, non posso chiedere una cessione, né un prestito in quanto mi ritrovo come tanti altri ad essere semplicemente dei “numeri” che contano poco. Veniamo valutati dal sistema bancario come percentuali e non come persone.

La mia attività di informatica è in totale declino e tra alti e bassi in questi anni ho cercato di non peggiorare la situazione e di trovare qualche soluzione, ho fatto anche quello che gli altri dicevano di fare, creare un idea imprenditoriale, creare start up, farcela da soli in pratica e io l’ho fatto, ho anche realizzato un progetto editoriale locale, senza mai chiedere niente a nessuno, con le mie sole mani, con le mie sole capacità intellettuali.

Ma adesso non ce la sto facendo. In questi giorni non sto riuscendo a pagare degli assegni che speravo di coprire con le entrate dei clienti, ma non ci sono riuscito.

Sono sempre stato preciso e chi mi conosce sa come sto soffrendo a non poter dare seguito a questi pagamenti. Siamo in rosso (anzi a sotto zero) con la banca. Oggi ho pianto davanti a mia moglie alle 5 di mattina, non lo avevo mai fatto, ma come facevo a dirle che avevo in tasca gli ultimi 10 €?

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Ci basterebbe un semplice finanziamento che andrei a coprire con la mia busta paga di 1700€ e chiuderei definitivamente l’attività in modo da dedicarmi alla mia famiglia e invece nessuno mi riesce a dare credito, in quanto segnalato alla CRIF per rate pagate con ritardi di qualche giorno e dipendente di una srl con meno di 15 dipendenti e pertanto non impegnabile per la cessione dello stipendio.

Sto male, sono ormai anni che vado avanti cercando di superare questa situazione in qualche modo, ma non ci riesco e i debiti aumentano ogni giorno. Ho una bambina di 4 anni che amo da morire, nata sottopeso e con una grave allergia al lattosio e alle proteine del latte, per la quale abbiamo fatto di tutto con mia moglie per farla stare bene, fino a comprare latte di asina (che non contiene lattosio) a 12€ al litro a Milo. Se oggi scrivo questa mail è soprattutto per lei, vorrei darle la serenità che un padre dovrebbe trasmettere ad una figlia. Vorrei soddisfare i suoi sogni e soprattutto vorrei starle vicino tutti i giorni per vederla crescere senza deluderla mai. Ma non ce la faccio, non riesco a guardarla negli occhi per evitare di lasciare uscire lacrime di un padre disperato.

So che ci sono casi di persone molto più disperate di noi, senza lavoro e soprattutto con gravi malattie. Ma la mia rabbia è di non avere nessuna speranza di farcela. Sono destinato ad una situazione creditizia negativa che non riuscirò a superare in alcun modo. Da domani per le banche sono un delinquente che non merita nulla, per le aziende sarò un morto di fame e per la mia famiglia un fallito.

Mi dispiace avervi dovuto scrivere e quindi disturbare, ma come dicevo prima è uno sfogo sincero di chi non ce la fa più a vivere cosi e che non avrà nessun supporto e/o conforto perché è solo un numero.

Grazie di cuore a chi ha letto questa mail e capisce quanto difficile sia stato aprirsi con persone estranee.

Saluti da un padre innamorato, un marito affettuoso e un giovane imprenditore che ha smesso di sognare, ma soprattutto da un “numero”.

 

Pubblicato il

20 Ottobre 2013, 17:39

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