17 Giugno 2023, 16:38
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TAORMINA – La riforma della giustizia tiene banco a Taormina con la presenza al Taobuk del ministro Carlo Nordio. “L’altro giorno qualcuno ha detto che abbiamo approvato questa riforma della Giustizia perché, essendo morto Berlusconi, volevamo tributargli un omaggio come se 24 pagine su codici penali potessero essere state scritte per la morte di un uomo che tra l’altro se ne è andato purtroppo improvvisamente – ha spiegato Nordio -. È una coincidenza. È chiaro che era un lavoro che andava avanti da mesi. La polemica politica è arrivata al punto tale di bizzarria per cui si è perfino ipotizzato questa ipotesi stravagante. Ma anche questo era stato messo in bilancio”.
Nel merito della forma ha aggiunto che “l’abuso d’ufficio era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione”.
Anche una stilettata alla magistratura: “Noi siamo infarciti di errori giudiziari di persone che sono state in prigione per mesi o per anni poi sono stati assolti e nessuno ha detto niente e la magistratura continua a essere autoreferenziale dicendo che questa è la loro indipendenza e la loro autonomia”.
“Io non avrei fatto il magistrato per 40 anni – ha aggiunto – se non avessi onorato la magistratura, ma quando le indagini sono fatte male compromettono la vita degli individui e addirittura qualcuno viene promosso, o eletto in Parlamento dopo anni di lunghe indagini”.
“Se un magistrato singolarmente ritiene dal suo punto di vista che una legge sia sbagliata, nessuno ha il diritto di togliergli la parola o di dire che interferisce”. Ma se “il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime”, allora, “secondo me in corretto italiano significano interferenze”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alla polemica con il presidente dell’Anm sul ddl Giustizia ribadendo che “l’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm”.
Sul tema della corruzione: “Mi rifiuto di pensare che un pm, se non riesce a contestare un reato, ne cerchi un altro. Il pm deve guardare i fatti. E se quel fatto si inserisce nella struttura tipicizzata del reato dell’abuso di ufficio, e oggi è abrogato, è inutile che lo inserisce nella struttura tipica del reato di corruzione, che è completamente diversa. Se così accadesse, significherebbe che quel pm non sta guardando al reato ma al reo, cioè alla persona che vuole colpire e che magari è un politico”.
Nordio protette interventi sul tema delle intercettazioni. “Noi – ha detto – interverremo sulle intercettazioni molto più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti. Spendiamo una cifra colossale – ha aggiunto – per inchieste che raggiungono risultati minimi, tra l’altro rovinando la vita delle persone. Vorrei ricordare che la legge impedisce la pubblicazione degli atti giudiziari. Vengono pubblicati lo stesso e nessuno dice nulla. Ma la legge c’è già”.
“I brogliacci della Polizia – ha proseguito Nordio – non dovrebbero mai figurare perché la legge attuale dispone che questi brogliacci debbano essere depositati davanti al gip e debbano essere trascritti nella forma della perizia e nel contraddittorio delle parti. Perché molto spesso il brogliaccio della Polizia, quello finito intanto sui giornali, è sbagliato. Perché magari l’intercettazione viene trascritta e interpretata da un maresciallo di Venezia che non capisce quanto dicono due siciliani e ha sbagliato a comprendere quanto dicono. E poi – ha sottolineato il ministro – si scopre, con la trascrizione della perizia, che tutto quello scritto sui giornali è sbagliato. Non dico falso, che è ingannevole, ma era sbagliato”
“Sia Cafiero De Raho che Pietro Grasso sono entrati subito in politica dopo avere cessato la carica di pm senza il periodo di decantazione che sarebbe necessario”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio al Taobuk festival di Taormina sulle critiche dei due ex magistrati al ddl sulla riforma della giustizia.
“Di nomi – ha aggiunto Nordio – ce ne sono tanti. A suo tempo avevo detto che il magistrato non dovrebbe mai fare politica, poi ho ritenuto che dopo cinque anni dalla cessione del mio lavoro in magistratura questa decantazione potesse giustificare il fatto di assumere una carica governativa. Ma queste persone che sono entrate in politica nell’immediatezza, dopo avere lasciato la magistratura, hanno condizionato la loro visione del mondo. Ma sono contraddette da tante altre che dicono il contrario, avvocati, accademici, sindaci”
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17 Giugno 2023, 16:38