24 Luglio 2014, 18:51
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PALERMO – Le urla, le sedie volanti, poi i pugni e l’arrivo della polizia. Un’altra notte di paura al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia, dove ad avere la peggio, stavolta, non è stato soltanto un infermiere, ma anche un medico: entrambi sono finiti nel mirino di un paziente andato in escandescenza, arrivato con il 118. I sanitari lo avevano soccorso in strada dopo che aveva accusato un malore, ma già il viaggio in ambulanza si era rivelato turbolento, al punto che al suo arrivo nell’area d’emergenza, è scoppiato il putiferio.
Il ragazzo, un 23enne dello Zen, la scorsa notte ha tirato in aria le sedie, danneggiandole, poi ha cominciato ad inveire contro il personale. In base a quanto hanno accertato i medici, era ubriaco. E dalle minacce sarebbe passato ben presto alla violenza. Una volta entrato in contatto con un infermiere ed un medico di turno, ha sferrato un pugno al primo ed ha lanciato una sedia al secondo. All’infermiere ha così rotto gli occhiali, provocando anche lievi ferite, mentre il medico ha riportato una contusione.
La situazione, nel giro di pochi secondi sarebbe quindi diventata ingestibile: il vigilante, addetto alla sorveglianza dell’area, ha tentato di bloccarlo, così come il resto degli infermieri presenti sul posto, ma il paziente, in preda ai fumi dell’alcool, non si è fermato ed ha continuato ad urlare fino all’arrivo della polizia, che è riuscita a placare gli animi. Nel frattempo, decine di altri pazienti che attendevano di essere visitati si sono allontanati. Hanno avuto paura e sono usciti dalla sala d’aspetto sperando che tornasse la tranquillità.
Un arco di tempo durante il quale il giovane paziente è stato bloccato e sedato e poi assistito da uno psichiatra e ricoverato fino alle 7 del mattino. Ma il sindacato delle professioni infermieristiche adesso lancia nuovamente l’allarme e chiede maggiore sicurezza per il personale ospedaliero dei pronto soccorso palermitani. “Da tempo lamentiamo le condizioni in cui siamo costretti a lavorare – dice Enrico Virtuoso, segretario provinciale Nursind – perché le postazioni non sono sicure e permettono spesso all’utente di entrare in contatto con il personale. Una cosa che non dovrebbe mai avvenire. D’altro canto, soltanto una guardia giurata non basta. E’ necessario ripristinare la postazione delle forze dell’ordine, pronte ad intervenire non appena episodi simili si verificano. Al momento, il rischio dell’aggressione è dietro l’angolo e il fenomeno rischia di trasformarsi in emergenza”.
Come è già successo all’inizio di luglio, quando un altro infermiere dell’area d’emergenza di Villa Sofia è stato spaccato un labbro. Anche in quel caso le sigle sindacali si sono mobilitate per chiedere più sicurezza al pronto soccorso, ma dopo venti giorni quella che si è verificata è stata una triste replica di quell’episodio. “Il direttore del pronto soccorso – sottolineano dall’azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello – ha trasmesso i dettagli di quanto accaduto alla direzione generale per chiedere di attuare dei provvedimenti che stiamo già valutando”.
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24 Luglio 2014, 18:51