22 Giugno 2016, 08:32
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CALTAGIRONE. Su delega della Procura della Repubblica di Caltagirone, personale della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di Caltagirone sta dando, in queste ore, esecuzione a un decreto di perquisizione e sequestro nonché alla contestuale informazione di garanzia nei confronti di 6 persone, tutte indagate a vario titolo dei reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
Il provvedimento della Procura calatina scaturisce dagli esiti delle indagini condotte dai citati Uffici della Polizia di Stato che hanno agito su delega della medesima Autorità Giudiziaria. A seguito delle risultanze del noto procedimento “Mafia Capitale”, infatti, è stata avviata un’attività di investigazione allo scopo di accertare presunti illeciti nella gara d’appalto, indetta in data 24.4.2014, per la gestione triennale dei servizi del C.A.R.A. di Mineo; tale gara fu ritenuta illegittima dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con parere numero15 del 25.2.2015.
L’analisi della contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del C.A.R.A. di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti al c.d. “ente gestore”, ha evidenziato che sono stati rendicontati e corrisposti, negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro.
Sono tutt’ora in corso perquisizioni presso società presenti in tutto il territorio nazionale.
AGGIORNAMENTO. Le perquisizioni stanno interessando vaste aree dello stivale con alto impiego di uomini della polizia con l’ausilio di elicotteri. I reati contestati sono truffa e falso anche alla comunità europea che aveva messo a disposizione fondi Fei a favore dei centri con più di 2000 richiedenti asilo. Il denaro indebitamente corrisposto è stato quantificato in oltre un milione di euro. di fatto venivano fatturate dalla Sisifo prima e dalla Casa della Solidarietà dopo in quanto capo fila dell’Ati un numero di “prestazioni” per immigrato non corrispondenti alla reale presenza all’interno del Cara di Mineo. Il periodo di riferimento è ottobre 2011 a tutto il 2015.
Ecco i nomi degli indagati: Giovanni Ferrera, Sebastiano Maccarrone direttore del Cara, Cosimo Zurlo, Casa della solidarietà, Roberto Roccuzzo e Salvo Cali del Sisifo, Andromaca Barasano dipendente Nuovo cara Mineo.
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22 Giugno 2016, 08:32