31 Dicembre 2008, 00:38
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Di recente un sondaggio su Internet ha incoronato con largo margine Mauro Giaconia, fondista record di nuoto, come sportivo siciliano dell’anno. Ancor prima che facesse segnare il nuovo primato assoluto di chilometri (101) percorsi in 24 ore filate di nuoto. L’iron man è senza ombra di dubbio da applausi, anche perché è in pista da parecchio tempo e si sempre saputo migliorare. Noi però regaliamo solo una menzione iniziale alla sua sfida contro se stesso. Gli preferiamo qualcuno che si è confrontato con i migliori a livello mondiale nella più prestigiosa rassegna sportiva, quella che va in scena ogni quattro anni.
L’edizione di Pechino è stata la più straordinaria – per risultati, organizzazione e investimenti economici – di sempre dei Giochi, oltre che la più contestata per le manifestazioni pro-Tibet. L’Italia ha fatto la sua parte. La Sicilia ci ha provato. Non ha vinto neanche la medaglia di legno nella sua specialità, i 400 misti, in cui era bronzo mondiale in carica. Però per noi il meglio dello sport siciliano del 2008 lo ha realizzato Luca Marin, quinto classificato in una delle otto gare vinte da Michael Phelps, il migliore nuotatore di tutti i tempi. A suo modo il ragazzo nato a Vittoria ha partecipato a un pezzo di storia dello sport, da co-protagonista, è vero, ma a soli 22 anni. E dopo essersi scrollato di dosso la fama di “fidanzato di”. Prima, fino al 2006, era il principe consorte di Laure Manadou, francese, ex regina delle piscine. Poi di Federica Pellegrini, certezza del nuoto italiano per i prossimi anni. La bella Fede si è messa al collo un oro e ha frantumato record mondiali. Marin ha esultato per lei, ma è deciso ad andare per la sua strada. Oltre al risultato in vasca, infatti, Marin poco più di un mese fa ha cambiato squadra e si è affidato a un nuovo staff, con alcuni obiettivi precisi: quello immediato a Roma, per i Mondiali casalinghi del 2009, e quello di Londra, per i Giochi del 2012. Pensi solo allo sport, Marin, non si faccia distrarre da certe ambizioni da divo (sogna cinema e moda al termine della carriera e non fa che dirlo), si concentri solo sull’acqua da fendere a bracciate. Il futuro è suo, solo se lo vorrà davvero.
Inversamente proporzionale: lo sport più popolare regala meno soddisfazioni. Il punto più basso dello sport siciliano, nell’anno solare, lo fa segnare il Palermo. Al club di Zamparini va la maglia nera per il risultato peggiore (undicesimo posto in classifica) ottenuto nel campionato di serie A (2007/08) da quando il proprietario della società è l’imprenditore friulano. E per lo scorcio del torneo attuale, in cui la squadra procede a corrente alternata, regalando anche singoli incontri di felicità ai suoi tifosi (le vittorie casalinghe su Roma e Milan, quella esterna sulla Juventus), ma senza decollare quasi mai lontano dal Barbera. E quindi senza fare davvero la differenza, rimanendo impantanati in zone della classifica che non regalano nulla, se non la permanenza nel massimo campionato. Naturalmente i demeriti sono da dividere. Il patron ha avuto alle sue dipendenze tre allenatori: Guidolin nel pieno del suo autunno, Colantuono che non ha mai fatto primavera e Ballardini che, iniziali entusiasmi a parte, non ha ottenuto la continuità di risultati che si sperava; è vero che il tecnico romagnolo ha dato un’identità e un gioco piacevole alla sua formazione, ma lo ha fatto puntando su un numero ristretto di calciatori – quindi creando più di qualche malumore nel restio del gruppo – e con qualche limite difensivo che si ripete, specie in trasferta, dove la squadra non riesce mai a finire a rete inviolata. Società e squadra dividono i loro demeriti con uno staff dirigenziale cambiato in corsa: fino a giugno erano in sella il direttore sportivo Rino Foschi e i suoi storici collaboratori, da luglio in poi Walter Sabatini, ex ds della Lazio, occupa la poltrona di ds. Foschi è stato spazzato via da rapporti poco chiari nell’ambito di Calciopoli e da altri presunti – sui quali la magistratura indaga – con personaggi della criminalità organizzata. Il nuovo direttore sportivo, nel mercato di gennaio che è alle porte, è alla sua prima vera prova. A giugno ha trovato la squadra fatta e dopo si è limitato a piccoli movimenti. Adesso Sabatini deve essere bravo a sfoltire i ranghi dai tanti scontenti e a pescare gli innesti giusti per la svolta. Il 2008 del Palermo è andato via così, con pochi sussulti e tante amarezze.
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31 Dicembre 2008, 00:38