Nuova Rete, solite polemiche | Scoppia la guerra degli ospedali

di

26 Luglio 2018, 18:38

6 min di lettura

PALERMO – Nuova rete ospedaliera, vecchie critiche e soliti problemi. Mentre in Commissione Sanità dell’Ars il confronto sul testo di riordino del settore predisposto dall’assessore Ruggero Razza è aperto, da tutti i territori arrivano richieste, appelli, moniti. Ma per sapere cosa sarà accolto e cosa invece rimarrà inascoltato bisognerà attendere la prossima settimana. Nel frattempo, si sommano gli interventi dei parlamentari, degli amministratori locali, dei politici che danno voce alle esigenze dei territori. E succede che si creino inaspettate e imprevedibili “sintonie territoriali”, come quella tra il Movimento 5 stelle e Sicilia futura.  

“Sicilia Futura  – scrive infatti in una nota il  segretario regionale Beppe Picciolo – vuole cogliere al volo la proposta dei due deputati messinesi del Movimento 5 Stelle, relativa alla possibilità di potenziare la rete ospedaliera siciliana a Messina e, ovviamente, in tutte le nove province dell’Isola. Se l’assessorato regionale riuscisse veramente a trasformare l’azienda Papardo in Dea di II livello ciò rappresenterebbe un atto di giustizia perequativa rispetto alle scelte ascrivibili ad un recente passato, che hanno invece penalizzato questa splendida realtà sanitaria”. Anche “altre situazioni analoghe, pensiamo a Patti, o ancora a Catania, Palermo o ad Agrigento, meritano la medesima opportunità di crescita. È ovvio che queste scelte – prosegue il segretario regionale -, come è accaduto per la precedente esperienza di Governo, debbano essere preventivamente concordate con il Ministero della Salute e della Economia, ma essendo oggi tutto nelle mani del nuovo Governo nazionale e regionale, Sicilia Futura è certa che le scelte fatte, per le quali sin d’ora politicamente garantiamo il nostro incondizionato appoggio in Aula, saranno poi sostenute ed avallate dal Ministro competente e dal Mef. È una occasione storica di rilancio della Sanità regionale, che non possiamo permetterci il lusso di perdere”.

E fanno discutere anche gli interventi relativi all’ospedale di Partinico. Se ne è parlato oggi in commissione Sanità a Palazzo dei Normanni in una seduta a cui hanno partecipato anche il sindaco di Partinico Maurizio De Luca e i sindaci del comprensorio. “Oggi in Commissione Sanità, insieme al presidente e componente del gruppo Udc all’Ars Margherita La Rocca Ruvolo – dice il parlamentare dell’Udc Vincenzo Figuccia, leader del movimento CambiAmolaSicilia – abbiamo voluto portare con forza un’istanza, espressione delle esigenze di un territorio molto vasto, quello del partinicese, che non può subire, come sembrava potesse accadere, alcun ridimensionamento. Parliamo di un’unità che deve essere garantita, che non può essere mortificata come non possono essere dimenticate le istanze dei suoi cittadini e dell’intero comprensorio. Abbiamo ribadito che se il governo regionale vuole che venga approvata la nuova rete ospedaliera in Sicilia, deve essere data la giusta attenzione agli ospedali di Partinico e di Corleone. È una conditio sine qua non – conclude Figuccia – la rete ospedaliera non potrà vedere luce. Il diritto alla salute non si tocca”.

E “no al depotenziamento dell’ospedale di Partinico, così come previsto dal riordino della rete ospedaliera approvata dalla giunta regionale” lo dice anche Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars che sulla vicenda ha presentato una interrogazione all’assessore alla Salute. “Nella proposta di riordino della rete ospedaliera – si legge nell’interrogazione – si prevede che l’Unità operativa complessa di Pediatria del ‘Civico’ di Partinico venga declassata a Unità operativa semplice con conseguente perdita di posti letto, minore assegnazione di personale, fine della guardia attiva 24 ore su 24. Stessa sorte toccherebbe a Ostetricia e ginecologia, mentre per la disciplina di neonatologia presso lo stesso presidio non è prevista nemmeno una UOS: ciò malgrado i parti nel 2017 siano aumentati oltrepassando i 500″. 

Nell’interrogazione si ricorda che il Presidio Ospedaliero di Partinico ha una utenza che interessa tutta la zona occidentale della città di Palermo, buona parte dei comuni interni (Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello) e parte dei comuni della provincia di Trapani (Alcamo, Castellammare del Golfo); che nel 2017 il reparto di Pediatria di Partinico ha erogato 341 prestazioni di ricovero, 410 ricoveri in OBI, 489 prestazioni di assistenza al parto e assistenza neonatale, nonché 3437 consulenze di pronto soccorso; che su scala regionale, la proposta di riordino prevede, per la provincia di Palermo, solo 5 UOC di Pediatria, contro le 8 di Catania e le 6 di Messina, a fronte di un territorio più vasto e di una popolazione pediatrica di 185.000 bambini a Palermo, 166.000 a Catania e 80.000 a Messina.

Articoli Correlati

Alla luce di tutto questo – conclude Lupo – per non peggiorare la qualità del servizio sanitario prestato ai cittadini, chiediamo di modificare la proposta di riordino della rete ospedaliera per evitare l’ingiustificato ridimensionamento del ‘Civico’ di Partinico e per garantire gli attuali imprescindibili livelli di assistenza sanitaria”.

Nei giorni scorsi, invece, era giunto l’appello di alcuni sindaci del Belice intervenuti in difesa dell’ospedale di Castelvetrano, del deputato Pd De Domenico per il nosocomio di Patti, del collega Cracolici che ha puntato il dito contro alcuni “buchi” della rete in particolare per quanto riguarda l’Arnas Civico di Palermo.

L’ex assessore regionale Bruno Marziano interviene invece sull’ospedale di Noto: “Condivido totalmente la presa di posizione del sindaco Corrado Bonfanti sulla vicenda dell’Ospedale Trigona. Nella nuova bozza di Rete Ospedaliera varata dalla  Regione spariscono infatti tutte le clausole di salvaguardia che, assieme agli altri colleghi parlamentari regionali, avevo ottenuto negli anni scorsi perla salvaguardia  dell’Ospedale di Noto ed il potenziamento complessivo della sanità nella zona sud.

“Con le previsioni contenute in questa bozza, infatti – aggiunge Marziano – non solo si determina la chiusura di fatto dell’ospedale di Noto, ma non si potenzia,come era nelle previsioni precedenti, la sanità nella zona. Sparisce infatti l’impegno a mantenere anche a Noto il pronto soccorso e sparisce l’impegno a vincolare lo spostamento dei reparti per le malattie  acute solo dopo l’inserimento dei posti letto  relativi delle cliniche  private nella stessa sede ospedaliera di Noto. Ritengo opportuno lanciare un appello alla deputazione regionale perché si possa ancora intervenire per evitare i rischi contenuti nella bozza  di Rete dell’assessorato alla sanità. Poiché non si tratta solo di salvaguardare  un importante presidio ospedaliero della provincia, ma di rafforzare la sanità nella zona sud attraverso l’integrazione fra pubblico e privato”.

Oggi, intanto, una delegazione dell’Associazione ospedalità privata, guidata dal presidente Marco Ferlazzo, è stata ascoltata in commissione Sanità all’Ars, dove ha presentato un documento con proposte e osservazioni. L’Aiop, in Sicilia, rappresenta 54 aziende ospedaliere private accreditate con 4.362 posti letto e 6.000 unità di forza lavoro tutte regolarmente contrattualizzate. A breve, con l’ingresso delle strutture territoriali R.S.A., l’Aiop Sicilia aumenterà la propria compagine di oltre 300 posti letto e, dunque, la propria capacità rappresentativa. “Siamo consapevoli del fatto che la rete ospedaliera regionale andava rimodulata alla luce delle disposizioni nazionali e delle direttive ministeriali, ma anche per adeguare l’offerta alla nuova domanda di salute dei cittadini – afferma Marco Ferlazzo, neopresidente regionale Aiop -. A tal fine, ci siamo, nuovamente, confrontati, in modo sereno e costruttivo, con l’assessore Razza e i dirigenti dell’assessorato per fissare i criteri obiettivi, in base ai quali le nostre aziende potessero rimodulare la loro offerta e riorganizzare le strutture, tenendo conto degli standard del Balduzzi e dei principi contenuti nel documento metodologico”. “Si auspica, pertanto – conludono – che i provvedimenti che il Governo vorrà assumere nella sua potestà programmatoria non destabilizzino un comparto che, sinora, ha offerto un servizio sanitario di qualità sul territorio regionale, che rappresenta un notevole bacino occupazionale, nonché una risorsa rilevante nell’economia regionale anche per l’indotto cui è legato”.

Pubblicato il

26 Luglio 2018, 18:38

Condividi sui social