30 Marzo 2018, 12:50
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Che il governo volesse guardare ai privati per rilanciare l’economica siciliana era già scritto nelle pagine del Def, quello prima impallinato, poi approvato dall’Ars. Il Documento del governo si proponeva di superare i vizi da socialismo reale di una regione che ha preferito, spesso e volentieri, ricorrere all’assistenzialismo puro, piuttosto che creare lavoro vero. Qualche traccia di questa impostazione affiora già nella manovra inviata all’Ars dalla giunta. Un paio di norme – quelle sulle dimore storiche di privati e quelle sulla concessione di beni demaniali – guardano infatti ai privati nella chiave della sussidiarietà. A queste si aggiunge l’attenzione per il mondo produttivo che passa dalla riorganizzazione degli istituti di mediocredito controllati dalla Regione e per l’introduzione di nuove misure ed innovativi strumenti finanziari per il sostegno alle PMI (tranched cover) per la segmentazione delle garanzie tra più soggetti per facilitare l’accesso al credito.
“Gli interventi a favore delle dimore storiche – si legge nella relazione che accompagna il testo -, che si accompagnano alle previste agevolazioni statali, tendono a rilanciare il ruolo di attrattore del patrimonio privato, il cui interesse culturale è molto elevato, con conseguente richiamo turistico e sviluppo economico di molti comuni siciliani”.
Il governo si muove dalla valutazione che “non è indifferente per numero e interesse culturale l’aliquota di beni immobili, dichiarati di interesse culturale, che sono di proprietà privata. Oltre 700 edifici, in tutta la Sicilia, sono sottoposti alle misure di speciale protezione previste dal Codice dei Beni Culturali, in quanto oggetto di specifica notifica di interesse culturale da parte dell’Amministrazione. I proprietari di questi immobili – prosegue la relazione -, tutti di altissimo valore storico e in larga parte di eccezionale significato artistico, sono onerati di pregnanti obblighi e, in primo luogo, di quello della loro conservazione e manutenzione”.
Da qui la considerazione che i pubblici poteri non siano oppressivi ma sostengano “chi si fa carico della gestione di una porzione essenziale del patrimonio culturale della Nazione” e che invece ha scontato “il più completo disinteresse” da parte della pubblica amministrazione. E così la Regione si muove sul solco già tracciato dal governo Gentiloni che, col ministro Franceschini, ha varato misure di sostegno in favore dei privati proprietari di dimore storiche per gli interventi conservativi sulle stesse. La Regione quindi stanzia delle somme (un milione di euro per il triennio 2018-2020) per incentivare questi interventi se il bene è fruibile al pubblico.
Il coinvolgimento dei privati è previsto anche da un’altra misura.Tra le previsioni della Finanziaria presentata dal governo Musumeci, infatti, c’è anche la possibilità di concedere, a titolo oneroso e con procedure di evidenza pubblica, beni immobili che si trovino sulle aree demaniali, anche con la previsione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche. Il governo potrà concedere questi beni entro novanta giorni dalla pubblicazione della Finanziaria. “Ovviamente – spiega l’assessore regionale all’Ambiente e Territorio Toto Cordaro in una nota – è necessario che queste attività si svolgano nel rispetto dei vincoli imposti dalle norme di tutela”. Le nuove concessioni potranno avere una durata massima di cinquant’anni. Ai privati il compito di valorizzare quei beni.
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30 Marzo 2018, 12:50