20 Luglio 2010, 18:39
2 min di lettura
In Sicilia scattano le nuove disposizioni per i 4.200 medici di medicina generale. In linea con il contratto nazionale di categoria, il governo della Regione, attraverso l’assessore alla Salute Massimo Russo, ha siglato il nuovo accordo regionale con le organizzazioni sindacali che prevede nuovi compiti per i medici di famiglia. Con il nuovo accordo, la Sicilia è tra le prime regioni italiane ad applicare il contratto: si punta al potenziamento di tutte le attività di assistenza primaria, al rafforzamento dell’associazionismo, alla maggiore presenza e reperibilità dei medici per un numero di ore al giorno superiore rispetto al passato.
“E’ un passo decisivo verso il completo sviluppo della medicina territoriale che è un caposaldo della nostra riforma – dice Russo – L’obiettivo è quello di ampliare l’offerta di servizi assistenziali da parte delle strutture territoriali per impedire il ricorso inappropriato all’ospedale”. L’accordo regionale, che avrà validità fino al 2011, inoltre sana i contenziosi economici che risalivano in alcuni casi anche al 2005.
“Chi ha seguito la difficile gestazione della legge di riforma – aggiunge l’assessore Russo – sa quale importanza abbiamo voluto dare alla figura del medico di medicina generale che rappresenta il primo filtro tra il paziente e il sistema sanitario. Con questo accordo, che rappresenta una svolta storica, la vecchia figura del medico di famiglia acquisterà ulteriore dignità professionale nell’ambito di un progetto moderno, al passo con i nuovi tempi e con le nuove esigenze sanitarie”.
Uno dei capisaldi dell’accordo prevede una gestione integrata dei pazienti cronici (in particolare pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco) nelle sedi dei poliambulatori distrettuali e dei costituendi PTA (presidi territoriali di assistenza) dove i medici di medicina generale lavoreranno insieme agli specialisti e agli infermieri del distretto. La filosofia che sta alla base del progetto è quella che un attento monitoraggio del paziente cronico evita inutili ricoveri ospedalieri e assicura una migliore qualità della vita al paziente.
Il medico di medicina generale potrà partecipare alle attività dei PPI (punti di primo intervento) che costituiranno degli ambulatori per la gestione di urgenze territoriali e che, assieme ad altre iniziative, quali la costituzione di ambulatori infermieristici in tutti i poliambulatori, eviteranno l’intasamento dei pronto soccorso ospedalieri per problemi di bassa difficoltà. Come previsto dall’accordo quadro nazionale, i medici saranno chiamati a costituire delle forme aggregative, finalizzate a sviluppare interventi formativi ed a condividere percorsi assistenziali e protocolli per curare in modo più appropriato i pazienti.
Pubblicato il
20 Luglio 2010, 18:39