Colocoop, De Feudis| non ha favorito la mafia

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26 Giugno 2014, 08:50

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CATANIA – Si apre un nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria che vede come protagonisti il Cannizzaro e il consorzio Co.lo.Coop. L’uomo chiave di questa “odissea” Pasquale De Feudis, imputato nel processo sullo scandalo degli appalti all’Asl di Caserta, è stato condannato dal Gup di Napoli, Giuliana Taglialatela, a due anni e quattro mesi di reclusione, ma il Giudice ha escluso dal reato l’aggravante mafiosa dell’articolo 7. Un elemento, quest’ultimo della sentenza, sufficientemente rilevante considerando che la revoca del contratto al consorzio Co.lo.Coop è stata decisa dai vertici del Cannizzaro a seguito di un’informativa interdittiva emessa dalla Prefettura di Milano, per possibili infiltrazioni mafiose.

Per De Feudis, dunque, arriva un verdetto di colpevolezza con l’esclusione  – come si legge nel dispositivo- dell’aggravante del metodo mafioso. Sul perchè di questa decisione del Gup si potrà avere maggiore contezza leggendo le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro 90 giorni dalla lettura del dispositivo. A De Feudis  – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip –  l’accusa aveva contestato in qualità di gestore della ditta Co.lo.Coop di avere in concorso con gli altri indagati e “in violazioni di diverse disposizione di legge, con collusioni e altri mezzi fraudolenti” turbato “la pubblica gara del pubblico appalto relativo alla gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio di pulizia delle struture dell’Asl di Caserta per la durata di tre anni ed un importo complessivo di circa ventisette milioni di euro al fine di aggiudicare la medesima alla ditta Co.lo.Coop di Milano e all’Ati composto dalla ditta Derichebourgh Multiservizio Spa e dal Consorzio Conesp”. Quello che il Giudice esclude rispetto alle ipotesi accusatorie è che l’imputato abbia agito con “l’aggravante – come scritto dal Gip in fase di ordinanza di custodia cautelare – di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata Clan Belforte” e continua “anche il Clan dei Casalesi di Caserta”.

La sentenza del Gup, e ancor di più le motivazioni, potrebbe avere un peso specifico nell’incartamento del collegio difensivo del Colocoop che ha già presentato ricorso davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa contro la sentenza del Tar con cui si respinge ritenendola “infondata” l’impugnazione alla revoca del contratto da parte del Cannizzaro.  

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“Abbiamo sostenuto  – commenta l’avvocato Gaetano Tafuri, legale del ColoCoop –  sin dall’inizio l’estraneità del Colocoop da fenomeni di criminalità organizzata e l’assoluzione per questa tipologia di reato del De Feudis ci da ampiamente ragione. Oltre tutto la società aveva già provveduto a licenziarlo per sottolineare in via preventiva e fuori dalle risultanze del processo la propria istanza e qualsiasi coinvolgimento. Adesso sarebbe giusto che il consorzio – aggiunge il legale – riottenesse tutto quello che gli è stato ingiustamente tolto. Stiamo procedendo comunque ad istruire ulteriori attti presso i competenti tribunali nell’auspicio di non dover assistere alla sottrazione di tutti gli appalti in corso e dovere formulare, quindi, una richiesta di risarcimento danni milionaria”.

 

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26 Giugno 2014, 08:50

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