02 Aprile 2012, 14:22
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Battute, qualche stoccatina e frecciatine più o meno velate: il confronto fra i candidati sindaco di Palermo, organizzato dalla Legacoop per parlare di giovani e imprenditoria, diventa il teatro di più di un duello in punta di fioretto. Un incontro a cui hanno partecipato Leoluca Orlando, Alessandro Aricò, Fabrizio Ferrandelli, Riccardo Nuti, Massimo Costa, Marianna Caronia e Antonio Pappalardo. Con il generale protagonista, all’ultimo, di un serrato battibecco sulla “dissociazione molecolare”.
Le frecciatine, dicevamo, non sono mancate. Ha aperto le danze Aricò (“Sedere a fianco di Orlando era il mio sogno da giovane”, con un chiaro riferimento all’età dell’ex sindaco), le ha proseguite Orlando, criticando chi punta tutto sui fondi europei e vuole pulire la città per i turisti (con un velato riferimento a Costa), e si sono poi aggiunti Nuti (“Il nostro programma è stato copiato”), Costa (“Vorrei tranquillizzare l’addetto stampa di Orlando che si chiedeva dove fossi”, “Non metterò in giunta chi ha perso le elezioni o le primarie” e ancora: “Basta con le clientele e con chi le ha create”) e Pappalardo (“I grandi partiti hanno alzato le braccia perché non potevano salvare l’Italia, mi chiedo come facciano a salvare Palermo”, e ancora “Confindustria dice che nessuno ha programmi? Li ho contattati a fine 2011, non mi hanno mai risposto”).
Ma il tema erano, per l’appunto, i giovani e un documento presentato da Legacoop per favorire l’imprenditoria, la diffusione del wi-fi e le idee innovative. Un testo, chiamato “I geni di Palermo”, presentato ai candidati. “Proponiamo un assessorato ai giovani”, ha detto il presidente provinciale di Legacoop, Filippo Parrino, che ha aggiunto: “I giovani sono una ricchezza a costo zero, basta con progetti e progettini: aiutiamo le cooperative, con contributi comunali e dando loro una mano per la sede grazie agli immobili pubblici inutilizzati”.
“Ci vuole un patto fra il comune e l’università – ha esordito Orlando – l’Istat ci dice che la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli preoccupanti, abbiamo bisogno di concertazione”, mentre Aricò ha proposto di far diventare i giovani palermitani sparsi per il mondo “gli ambasciatori della città. Bisogna recuperare le coste e affidarle loro, così come offrirgli spazi e mezzi adeguati”. Per Ferrandelli è necessario “istituire uno sportello ad hoc, incentivare il wi-fi con gli hot spot e creare al Suap un punto informativo per chi vuole fare impresa. Trasformeremo il collegio della Sapienza alla Magione nel palazzo delle professioni e diminuiremo l’Imu a chi affitta ai giovani case a prezzi bassi”. Nuti ha sottolineato la necessità “che dietro i candidati giovani non ci siano persone non giovani e con una mentalità vecchia, ci vuole un’amministrazione tutta giovane e non fatta da persone che non sanno cos’è l’open source. I giovani non hanno fiducia nel comune”.
Il più in forma di tutti è sembrato Massimo Costa, che ha puntato il dito contro la politica clientelare annunciando “bandi anche per i consulenti”e partenariato fra pubblico e privato, e ha sottolineato inoltre la necessità di liberalizzare i servizi liberando risorse e di istituire un centro di ricerca di valenza internazionale. “Non servono tabelle H, ma un fondo di garanzia per il credito ai giovani”. Poi è stata la volta della Caronia, che ha insistito sull’importanza di dare la giusta attenzione al mondo dell’infanzia e sulla bocciatura da parte della Corte dei Conti di un progetto regionale per le work experience, chiedendo anche alla Legacoop di smascherare le cooperative che promettono posti di lavoro.
La conclusione è stata affidata al generale Pappalardo, che prima si è lamentato per essere stato avvisato all’ultimo e poi ha citato, in ordine cronologico, la Bibbia, la Roma imperiale e Albert Einstein, fino a chiedersi se si trovava “a Palermo o in Australia”. L’ex graduato dell’Arma ha poi illustrato l’idea di un nuovo sistema per lo smaltimento dei rifiuti (“la dissociazione molecolare”) che permetterebbe, secondo il generale, di smaltirne 100.000 tonnellate l’anno creando 53 posti di lavoro, producendo energia elettrica e termica e incassando 25 milioni di euro. Un’esternazione che non ha convinto una signora seduta in sala, che ha così iniziato un battibecco con il generale che ha costretto Parrino a intervenire e a chiedere di tornare sul tema dell’incontro. Inutilmente.”Per cambiare Palermo – ha concluso Pappalardo – bisogna cambiare prima qualche faccia”.
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02 Aprile 2012, 14:22