02 Ottobre 2013, 13:42
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PALERMO – Lo scontro tra Partito democratico e governo regionale si inasprisce. Dopo essersi dati battaglia sull’eolico e sui fondi ai comuni, stavolta tocca alla Sanità. E la posizione del parlamentare Pd Pippo Digiacomo, presidente della sesta commissione all’Assemblea regionale, si pone nettamente in contrasto con quella dell’assessorato guidato da Lucia Borsellino. “Non accetteremo – annuncia Digiacomo – alcuna proposta di ulteriori tagli alla sanità avanzata dal governo”. Tagli che, a quanto pare, sono in arrivo.
Secondo il decreto Balduzzi che impone, prima dello sblocco dei concorsi, la revisione delle piante organiche e delle unità operative complesse, infatti, sarebbero “in forno provvedimenti di tagli ai posti letto e alle unità operative, che però cestinerò”, assicura il presidente della commissione Sanità. Questa politica “lacrime e sangue”, secondo il parlamentare Pd, è servita soltanto “a ripianare altri buchi di bilancio, mentre i cittadini siciliani, che pagano l’irpef e l’irap più alte d’Italia, continuano a percepire il sistema sanitario – dice Digiacomo – come un servizio sostanzialmente scadente”.
Secondo quanto spiegato dal parlamentare Pd, infatti, la Sicilia è passata da un disavanzo nel settore di oltre 200 milioni ad una situazione in cui la Regione spende quello che ha. “Il bilancio regionale – spiega il presidente della Sesta commissione – , per capirci, è di circa 18 miliardi di euro, e di questi, 9 li spendiamo in sanità”. La richiesta di mantenersi ancora in piano di rientro, quindi, sarebbe stata soltanto funzionale a mantenere alte le aliquote e pagare, con quelle somme, altri debiti. Ma il Pd dice basta “a questa politica che ci fa sembrare dei cagnolini scodinzolanti agli ordini dei romani. I posti letto – afferma Digiacomo – li tagliassero altrove”. Uno strappo profondo tra le posizioni del governo e quelle dell’ex gruppo di maggioranza, che si sta consumando tutto tra le pareti di Palazzo dei Normanni, prima con la mozione sull’eolico, poi con la battaglia per i fondi da dare ai comuni in crisi.
Ma il presidente della commissione Sanità non ne fa una questione personale con l’assessore Borsellino, che anzi giudica “bravissima, competente e determinata”. Il suo problema, spiega, “è che non è più un dirigente generale. Adesso è assessore – dice il parlamentare Pd – e ho imparato che i burocrati non sono mai amici della politica. Ho la convinzione che sia mal consigliata, perché troppe volte è capitato che a parole fossimo d’accordo ma poi, nei fatti, le cose non si realizzavano”. E’ proprio su questioni politiche, per esempio, che si sarebbe arenato il progetto di legge sull’accorpamento degli assessorati alla Salute e alle Politiche sociali. Un disegno di legge proposto proprio dal presidente della commissione, e sul quale, secondo Digiacomo, erano tutti d’accordo, ma che non ha mai visto la luce. Oppure la vicenda dei concorsi ai manager della Sanità. “I criteri con cui si stanno valutando i candidati – spiega – sono la prova di come in troppi casi si agisce da ragionieri, ma senza che ci sia una strategia: si può pensare di scegliere un manager in base a test di ‘logica’, con domande come “quanti triangoli rientrano in un cerchio?”. A queste condizioni Pippo Digiacomo “non ci sta”. Una posizione che preannuncia nuove tensioni tra il governo di Rosario Crocetta e il partito che, fino a qualche giorno fa, era il suo primo sostenitore.
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02 Ottobre 2013, 13:42