31 Maggio 2011, 17:14
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Un nuovo ordine di custodia cautelare in carcere, stavolta per detenzione e porto di materiale esplosivo, è stato notificato a Massimo Ciancimino, già in carcere per calunnia ai danni dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Palermo Fernando Sestito su richiesta dei pm della dda Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava e dell’aggiunto Antonio Ingroia.
La vicenda è relativa al ritrovamento, nel giardino della casa del figlio dell’ex sindaco, di 13 candelotti di dinamite, 21 detonatori e spezzoni di miccia. E’ stato lo stesso Ciancimino, durante l’interrogatorio che ha seguito il suo arresto, avvenuto ad aprile, a indicare agli inquirenti il luogo in cui aveva seppellito l’esplosivo.
Il testimone della presunta trattativa tra Stato e mafia ha anche rivelato che la dinamite gli sarebbe stata consegnata da un uomo una settimana prima di finire in carcere insieme a un biglietto di minacce di cui, però, Ciancimino si sarebbe disfatto. Il detenuto ha anche raccontato di avere dato parte dei candelotti a un amico perché se ne disfacesse, dicendogli di non farne parola perché non voleva allarmare i familiari e perché temeva che si sarebbe detto che se li era messi da solo.
Il racconto di Ciancimino, però, non coincide in più punti con quello dell’amico che, per suo conto, avrebbe eliminato la dinamite. Il teste dice che i candelotti sarebbero stati buttati in mare, l’altra persona coinvolta, che è indagata per lo stesso reato, sostiene di averli messi in un cassonetto dei rifiuti vicino all’abitazione. Ciancimino sarà ora sottoposto all’interrogatorio di garanzia da parte del gip che, nel disporre la nuova misura cautelare, ha sostenuto che il testimone aveva la piena ed esclusiva disponibilità del materiale custodito ed era a conoscenza della sua natura tanto da essere preoccupato e da incaricare l’amico di disfarsene.
Alla richiesta di misura cautelare la Procura ha allegato la relazione della Scientifica che ha analizzato i candelotti confermandone l’altro potenziale esplosivo. Il potenziale è rimasto intatto nonostante Ciancimino abbia bagnato i candelotti. Anzi, hanno concluso gli esperti, l’acqua l’avrebbe cristallizzato rendendolo ancora più pericoloso. A prescindere dalle contraddizioni tra le versioni di Ciancimino e quella dell’amico coinvolto nell’inchiesta, i magistrati hanno accertato molte lacune nel racconto che il testimone fa della consegna dei candelotti.
Le immagini riprese dalle telecamere piazzate davanti alla casa del figlio dell’ex sindaco non confermerebbero la sua versione dei fatti. Proprio su questo stanno indagando gli investigatori che devono fare i conti però anche con delle interruzioni nelle riprese video che rendono più complicato il lavoro.
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31 Maggio 2011, 17:14