21 Gennaio 2018, 09:58
3 min di lettura
PALERMO – Sono cinque le persone che sono finite in manette questa mattina in un blitz antimafia a Palermo. La Dda del capoluogo siciliano ha disposto il fermo perché i cinque si preparavano a fuggire. In carcere tra gli altri è finito Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore Biondino, autista e uomo di fiducia di Totò Riina. Per gli inquirenti è il nuovo “reggente” del mandamento di San Lorenzo ed è accusato di diverse estorsioni.
Tra le fila di Cosa nostra c’è un nuovo collaboratore di giustizia: è Sergio Macaluso, arrestato dai carabinieri nell’inchiesta di dicembre scorso denominata Talea che portò in cella 25 mafiosi tra i quali Mariangela Di Trapani, moglie del boss Madonia. La donna aveva preso in mano le redini della cosca durante la detenzione al 41 bis del marito. Macaluso, che da qualche settimana riempie pagine di verbali, è ritenuto dagli inquirenti uno dei nuovi elementi di vertice dello storico mandamento mafioso di Resuttana- San Lorenzo. Il neopentit ha dato un contributo rilevante al lavoro dei magistrati soprattutto ricostruendo i ruoli dei nuovi vertici della cosca e l’investitura di Biondino al comando del clan. Macaluso ha rivelato, tra l’altro, di aver partecipato alla riunione in cui il figlio dell’ex autista di Totò Riina sarebbe stato nominato capo.
Biondino, nei mesi scorsi, aveva lasciato più volte Palermo per andare in Spagna con l’intenzione di organizzare la sua imminente latitanza. Arrestato anche Francesco Lo Iacono, altra parentela di “rango” in Cosa nostra: è il nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partitico. E’ accusato dell’incendio di una concessionaria di auto. Si stava preparando a partire per Düsseldorf per darsi alla latitanza. In carcere anche Salvatore Ariolo e Ahmed Glaoui, accusati di mafia ed estorsione, e Bartolomeo Mancuso, accusato di estorsione.
L’inchiesta dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo coordinata dalla Dda, ha permesso di accertare che a “reggere” la famiglia mafiosa di Palermo San Lorenzo è Giuseppe Biondino, 40 anni, figlio del fedelissimo autista di Riina, l’ergastolano Salvatore Biondino. Gli investigatori hanno anche ricostruire un’estorsione e due tentativi di estorsione nei confronti di imprenditori e commercianti di Palermo in cui sarebbe coinvolto Bartolomeo Mancuso, anche lui, come Biondino, finito in carcere. Scoperto anche il ruolo di Francesco Lo Iacono, 37 anni, nell’incendio che, la notte del 14 agosto 2015, distrusse una concessionaria della cittadina. Francesco Lo Iacono è nipote di Maurizio Lo Iacono, esponente di vertice del mandamento di Partinico, ucciso il 4 ottobre 2005 in seguito ai contrasti sorti tra la sua famiglia e un altro clan storico della zona, quello dei Vitale.
Sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, incendio, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi. L’attività d’indagine rappresenta la prosecuzione della pregressa operazione “Talea” (dicembre 2017) condotta nei confronti degli affiliati ai mandamenti mafiosi di San Lorenzo (composto dall’omonima famiglia di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Cinisi e Carini) e Resuttana (articolata sull’omonima famiglia di Resuttana e da quelle di Arenella e Acquasanta).
I provvedimenti, firmati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, sono stati eseguiti dai carabinieri.
Pubblicato il
21 Gennaio 2018, 09:58