14 Marzo 2014, 17:08
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PALERMO – “Il 96% delle imprese sottratte alle grinfie della criminalità organizzata ed affidate agli amministratori giudiziari, secondo alcuni studi, fallirebbe. Con un costo sociale altissimo, soprattutto per tantissime famiglie che rimangono senza lavoro. Eppure i mezzi per evitarlo ci sarebbero. Recentemente a Milano sono stati formati 63 manager privati allo scopo di affiancare gli amministratori giudiziari nella gestione di queste imprese. Ma finora questi professionisti non sono ma entrati in azione”. A chiedere i motivi di questa impasse è il presidente del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera, Riccardo Nuti, che ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno Alfano.
Nuti chiede anche se lo Stato intende formare manager per la Sicilia, dove il fenomeno delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia è particolarmente rilevante. “L’Italia – afferma Nuti – è il Paese dei proclami, e nei pochi casi in cui a questi segue un fatto, un provvedimento, anche questi spesso rimangono lettera morta. E il caso dei manager formati, ma rimasti ai box, è un fulgido esempio. Secondo gli ultimi dati disponibili – prosegue Nuti – ci sarebbero in Italia 1.211 aziende amministrate dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Di queste 538 sono solo in Sicilia, per una percentuale che si aggira intorno al 40% del totale. Ancora più rilevante è il dato palermitano, dove la concentrazione di imprese confiscate alla mafia è più di un quarto”.
(Fonte ANSA)
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14 Marzo 2014, 17:08