Oda, Fp Cgil: “Finalmente dialogo” |Usb: “Tornati ai vecchi sistemi”

di

04 Agosto 2017, 20:14

4 min di lettura

CATANIA – Finita la battaglia legale è calato il silenzio sull’Oda. La governance è affidata al commissario Adolfo Landi nominato dall’arcivescovo Salvatore Gristina dopo la revoca del vecchio Cda. Sono stati mesi turbolenti per l’Opera Diocesana Assistenza, oltre alla diatriba su chi dovesse tenere il timone sono arrivati i militari della Guardia di Finanza che hanno acquisito bilanci, documenti, fascicoli e libri contabili. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Catania è scattata da un esposto firmato dai componenti del Consiglio d’Amministrazione rimosso e da una denuncia presentata anche dall’Oda. Alberto Marsella (l’ex amministratore) in questi giorni ha effettuato, come si dice in gergo, il passaggio di consegne. Sono state depositati e consegnati atti e pezze d’appoggio ai funzionari che stanno collaborando con il commissario Landi.

Lo scenario attuale però non è molto chiaro. Anche perché le posizioni dei sindacati sono del tutto discordanti. Lo scontro di opinioni è soprattutto tra i confederali e gli autonomi. Da una parte la Fp Cgil, che pochi giorni fa ha organizzato un’assemblea sindacale, fotografa un momento finalmente positivo e di dialogo. La Uil al momento mantiene un profilo basso, ma questa sera dovrebbe esserci in programma un direttivo che avrà come argomento la vicenda Oda. Gli autonomi hanno una visione completamente opposta: l’Usb parla di “chiusura” da parte della nuova governance. Il sindacato autonomo annuncia anche azioni legali.

La situazione economico finanziaria è drammatica. “L’Oda, non bisogna nasconderlo, è in una situazione di estrema difficoltà legata alla carenza di liquidità”, afferma Gaetano Agliozzo della Fp Cgil. “Ci è stato detto che viene stimato un passivo di 60 milioni di euro, nonostante questo – continua Agliozzo – si stanno pagando gli stipendi”. Sul fronte dei pagamenti sono stati pagati agli oltre 600 dipendenti (tra ramo sanitario e formazione) gli stipendi di giugno. Per l’esponente della Cgil comunque “la tempesta è passata perché adesso abbiamo degli interlocutori legittimati. Il problema è legato a una situazione che è stata ereditata dalla precedente gestione, che ha lasciato un buco di bilancio che deve essere colmato”. Per questo secondo il sindacalista serve un intervento esterno da parte “della Curia e del Vaticano”. Sarebbe il secondo per la verità.

Ricordiamo che Alberto Marsella, come è stato spiegato dalle colonne di questo giornale, è stato inviato da Papa Francesco dopo la richiesta di aiuto della Curia catanese al Vaticano. Il progetto iniziale era quello di cedere un ramo d’azienda, transazione che però non si è mai verificata  per motivi economici. A quel punto si è arrivati alla formazione del Cda e alla modifica dello Statuto. Lo scorso anno è partito il nuovo corso dell’Oda. Secondo Agliozzo della Cgil però “l’operazione si è rivelata fallimentare”. Il sindacalista ritiene che “l’obiettivo” del Cda non era quello di salvare l’Opera Diocesana Assistenza ma di “portare fuori dall’Oda tutta l’attività”. Su questo però servono le prove e sarà la magistratura a chiarire la situazione.

Articoli Correlati

Agliozzo ha visto un cambio di passo dall’insediamento del commissario Landi. “L’Oda sta dialogando con le organizzazioni sindacali soprattutto con la Cgil e la Cisl”. “I lavoratori sono ottimisti”, afferma ancora il segretario della Funzione Pubblica Cgil.  “Prima c’era un’assenza di relazioni sindacali e si era all’oscuro di tutto. Si parlava di attività di rilancio ma era tutto sulla carta. Adesso i nodi sono venuti al pettine. C’è da affrontare tutta una situazione debitoria che va aggredita con un piano di rientro. Ci vuole – ribadisce Agliozzo –  un intervento esterno che dia la possibilità alla fondazione di poter respirare ed evitare che ci siano blocchi degli stipendi”.

Di opinioni completamente discordanti Corrado Tabbita Siena del sindacato Usb. “C’è una chiusura totale, siamo tornati ai vecchi sistemi”, tuona il rappresentante del sindacato autonomo. “Abbiamo inviato lettere su lettere a Landi ma è mancato completamente il confronto con l’Usb”. Tabbita Siena è pronto ad adire le vie legali per “disapplicazione di un dispositivo del giudice. Vi è una sentenza del Tribunale del Lavoro che sancisce la rappresentatività del sindacato Usb”. Corrado Tabbita Siena rispetta la decisione della magistratura sulla nuova governance ma chiede “trasparenza e confronto”, che secondo il sindacalista mancherebbero. “Con il vecchio Cda eravamo riusciti a stilare un protocollo”, afferma. Il rappresentante dell’Usb ha incontrato anche il manager dell’Asp di Catania Giammanco chiedendo che potessero fare i pagamenti diretti ai lavoratori. “Il direttore generale ci ha spiegato che è una cosa impraticabile a livello amministrativo – spiega Tabbita Siena – ma sarebbe stato possibile però creare un conto dedicato. Ma per fare questo servirebbe la formale richiesta da parte dei vertici dell’Oda, ma secondo lei la faranno mai?”, si chiede il sindacalista. Intanto a settembre sarà battaglia. Tabbita Siena annuncia che convocherà una conferenza stampa. “Basta alibi”, afferma il sindacalista.

 

Pubblicato il

04 Agosto 2017, 20:14

Condividi sui social