03 Marzo 2013, 11:59
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CATANIA. Degli stipendi arretrati non c’è traccia. Quarantatre giorni di presidio non hanno sfiancato i lavoratori dell’Oda. La protesta continua anche perché le promesse fatte non state mantenute. In più, mancano all’appello quattro mensilità: novembre, dicembre, gennaio e febbraio. Duro il commento del sindacalista Usb, Corrado Tabbita Siena: “le promesse mettono in risalto la poca serietà delle persone che le fanno. La scorsa settimana ci avevano promesso che sarebbe stato organizzato un incontro tra il Consiglio di Amministrazione e i lavoratori, questo non si è ovviamente verificato. Ma non mi meraviglio di questo. Il fatto di limitarsi a fissare una data dimostra che non c’è l’intenzione di risolvere i problemi.” Nel frattempo i lavoratori (che continuano a svolgere con scrupolo e meticolosità il loro lavoro ogni giorno) sono esasperati. “Non ho neanche i soldi per la benzina” dice una lavoratrice che fa assistenza esterna e che dunque necessità dell’auto per compiere il suo dovere.
Oltre al danno, la beffa. L’età media dei lavoratori è alta (tra i quaranta e i cinquant’anni) e fa male scoprire che tutti ricorrono all’aiuto dei genitori. C’è pure chi, per fare mangiare i figli, sfrutta le ferie arretrate per fare qualche “lavoretto”. “Ho preso le ferie per dare una mano a mio fratello che ha un’officina” dice un uomo sulla cinquantina che mostra le mani spaccate dalla fatica. Insomma, nonostante l’occupazione simbolica dell’arcivescovado (avvenuta qualche giorno fa) la situazione è statica e immutata. Dice Tabbita Siena: “non c’è la volontà di risolvere il problema. L’amministrazione dell’Oda invia fax allucinati che contengono indicazioni generiche mentre le tasche dei lavoratori rimangono vuote.” Il sindacalista si riferisce al programma di “riequilibrio tecnico-economico”.
Le soluzioni proposte dall’amministrazione, neanche a dirlo, lasciano l’amaro in bocca al sindacalista ma soprattutto ai lavoratori. Tra le proposte abbozzate: la riduzione del 50% delle indennità contrattuali e l’aumento delle ore di lavoro non retribuite come straordinario. Quest’ultimo punto è così sintetizzabile: i lavoratori possono scegliere se lavorare 38 ore e percepire una retribuzione pari a 36 ore oppure farne 36 con una retribuzione pari a 34. Un altro punto riguarda gli arretrati maturati dal 2004, si prevede sì il rimborso (100 euro al mese) ma “non si conosce la decorrenza”(spiega Tabbita Siena). Il sindacalista (che non nasconde i suoi dubbi sul piano) è molto preoccupato, come ha detto in più occasioni, per il futuro dell’Oda. “Che fine che farà questo Ente? Corre voce che stiano dismettendo un immobile. Mi chiedo a che pro”. “Ancora una volta- prosegue il sindacalista- noi chiediamo con forza che questo Consiglio di Amministrazione si presenti dimissionari per fare posto a chi, avendone le competenze e la volontà, sia realmente motivato a salvare l’Ente attraverso un serio piano di recupero”.
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03 Marzo 2013, 11:59