04 Ottobre 2018, 18:45
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PALERMO – Via libera dall’Assemblea regionale siciliana alla legge che impone ai deputati una dichiarazione, anche in caso negativo, sull’eventuale appartenenza “a qualunque titolo” alla massoneria o “ad associazioni similari”. La legge, originariamente pensata soltanto per i parlamentari regionali, viene allargata anche al presidente della Regione, agli assessori regionali, ai sindaci, ai consiglieri e agli assessori comunali, oltre che ai consiglieri di circoscrizione, in virtù di un emendamento presentato dal Movimento cinque stelle che ha riscritto l’articolo 1 della legge presentata da Claudio Fava. Le comunicazioni dovranno essere formulate entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge. Si chiude così la battaglia che si era aperta ieri pomeriggio e che aveva costretto il presidente di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè, a sospendere i lavori e a rinviarli di 24 ore. Alla fine sono stati 39 i voti favorevoli, due i contrari.
Dopo la sospensione di mercoledì e l’imbarazzo respirato in Aula, al rientro oggi la battaglia si è concentrata sull’articolo 1: respinti tutti gli emendamenti soppressivi, via libera invece alle modifiche proposte dai grillini che allargano i destinatari degli obblighi. Disco rosso per l’emendamento che era stato avanzato dal capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, che mirava a posticipare alla prossima legislatura l’entrata in vigore degli obblighi previsti dalla legge. Riscritto anche l’articolo 2, che riguarda le sanzioni per chi non osserverà i dettami della legge: ne verrà fatta pubblicazione sui siti di Ars, Regione Siciliana e comuni.
“Abbiamo costruito una pagina importante per questa Assemblea”, sono state le parole di Fava in sede di dichiarazione di voto. Fava in Aula ha più volte ribadito: “Non è un ddl punitivo contro chi decide di iscriversi alla massoneria ma soltanto una proposta di trasparenza”. Dopo il voto Fava ha espresso l’auspicio che “anche il Parlamento nazionale si adegui alla Sicilia, che è la prima regione italaina a dotarsi di una legge di questo tipo”. Contraria la capogruppo Udc Eleonora Lo Curto, che insieme con il capogruppo Fdi Antonio Catalfamo ha votato No al ddl: “E’ un fatto di principio – ha spiegato -. Questo ddl poteva essere migliorato nominando anche altre associazioni, oltre alla massoneria. Ai siciliani non importa se un deputato sia massone o meno, ma interessa del suo lavoro e del suo impegno per la risoluzione dei problemi della Sicilia”.
Alla fine voto favorevole anche da parte di Milazzo, che dopo avere elogiato “il comportamento istituzionale di Miccichè il quale non ha stralciato la legge nonostante i mille aspetti che la espongono dal punto di vista costituzionale ma ha lasciato che l’Aula si esprimesse”, ha spiegato: “Avrei voluto una norma che si rivolgesse a tutte le associazioni e che esprimesse principi di generalità e astrattezza. Ho provato a perfezionare la legge ma così non è stato. Ritengo però – ha concluso il capogruppo di Forza Italia – che non vada buttato il bambino con l’acqua sporca e che sia stato corretto, alla fine, esprimere un voto favorevole”.
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04 Ottobre 2018, 18:45