15 Ottobre 2009, 14:09
2 min di lettura
Su Palermo Olimpica si consuma la faida della politica. Nel corso di una conferenza stampa a Roma, il governatore Raffale Lombardo ha cercato di spazzare via le polemiche sorte subito dopo l’annuncio della candidatura. ”E’ vero – ha detto – ci sono tante cose da fare, dalle infrastrutture agli impianti sportivi: è una sfida straordinaria e per noi partecipare è come vincere. Ma la nostra è una candidatura credibile e abbiamo tutte le carte in regola”. L’assessore regionale al Turismo e allo sport, Nino Strano, ha illustrato i fondi a disposizione della Sicilia e che possono essere utilizzati anche per i Giochi del 2020: ”Per i prossimi anni l’Unione europea, con il piano operativo Fesr 2007-2013, ha messo a disposizione della Sicilia 3 miliardi e 269 milioni di euro per investimenti e infrastrutture. A questi vanno aggiunti i fondi statali e regionali, per una disponibilità complessiva di oltre 6 miliardi e 500 milioni. E poi ci sono i fondi Fas”. Strano ha poi sottolineato che ”una quota rilevante delle risorse Ue sono destinate ai trasporti e alla mobilita”’ e che tra le aree di intervento principali ci saranno ”il completamento e l’adeguamento della rete stradale primaria e gli assi ferroviari principali”. Due aree ”per le quali il dipartimento trasporti regionali dispone di 392 milioni di euro immediatamente spendibili”.
Parte invece all’attacco Saverio Romano, responsabile nazionale Organizzazione Udc e segretario del partito in Sicilia. Per Romano si tratta di una “candidatura ridicola” in “una terra come la Sicilia che ha problemi con tutto ciò che è ordinario e quotidiano, figuriamoci con ciò che è straordinario, come lo è l’evento delle Olimpiadi. Ora – conclude il leader siciliano dell’Udc – per nascondere il fallimento del proprio governo e per assicurare panem et circenses al popolo esausto, Lombardo se ne esce con la candidatura di Palermo alle Olimpiadi“.
Ancora Strano aggiunge: “Per noi non ci sono avversari o nemici. Né Roma, né tantomeno Venezia sono nostre nemiche e se il Coni, il Cio o il presidente della Repubblica Napolitano ci chiedessero di ritirarci perche’ l’Italia deve puntare su una sola città, noi sapremmo cosa fare: ritirarci se l’Italia ce lo chiedesse”.
Pubblicato il
15 Ottobre 2009, 14:09