Omicidi, droga, estorsioni: la mafia nella relazione della Dia

Omicidi, droga, estorsioni: la mafia nella relazione della Dia

La mappa dei clan nella provincia etnea e le operazioni condotte dalle forze dell'ordine.

CATANIA – “A Catania cosa nostra continua a essere rappresentata dalle storiche famiglie Santapaola-Ercolano e Mazzei; a Caltagirone, nel comprensorio “Calatino – Sud Simeto”, dall’autonoma famiglia La Rocca, mentre a Ramacca è residuale l’operativa dell’omonima famiglia”. La relazione della Dia legata ai primi sei mesi del 2021 scatta un’istantanea del momento. 
Sul territorio operano da decenni anche altri sodalizi mafiosi tra cui i clan Cappello-Bonaccorsi, Laudani, Pillera – Di Mauro, Sciuto (Tigna), Cursoti, Piacenti e Nicotra i quali seppur fortemente organizzati e per quanto regolati secondo gli schemi classici delle consorterie mafiose evidenziano una maggiore flessibilità non facendo parte organicamente della struttura di cosa nostra.

Il ruolo predominante tra le consorterie catanesi è sicuramente ricoperto dalla famiglia Santapaola-Ercolano per la capacità sia di estendersi e permeare i territori limitrofi, sia e nondimeno di intessere rapporti e infiltrarsi nei tessuti imprenditoriali e nei canali dell’economia legale. Nel merito il Procuratore Distrettuale Antimafia di Catania Carmelo Zuccaro, ha evidenziato nel recente passato che: “E’ stato riscontrato, anche in contesti geografici diversi dalla provincia etnea, che articolazioni locali della famiglia Santapaola-Ercolano si rapportano con sodalizi mafiosi ad essa contrapposti nello stesso territorio, addivenendo, se del caso, ad accordi spartitori nella gestione delle attività illecite e, più in generale, nelle infiltrazioni del tessuto imprenditoriale”.

Nel semestre in esame, le indagini confermano il carattere transnazionale degli interessi criminali, nonché l’egemonia a tutto campo della famiglia Santapaola-Ercolano. Il business principale si conferma quello degli stupefacenti. Il 22 febbraio 2021 nell’ambito dell’operazione “Adrano libera” la Polizia di Stato ha tratto in arresto 34 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa. Negli atti del provvedimento si legge come il clan si avvalesse “della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà conseguenti, per commettere una serie indeterminata di delitti, specie contro la persona (quali omicidi, anche al fine di affermare la propria egemonia nei confronti delle cosche rivali e comunque la supremazia gerarchica dell’intero sodalizio), contro il patrimonio, come rapine, furti ed estorsioni e delitti in materia di traffico di sostanze stupefacenti, e ciò per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici, per realizzare, comunque profitti o vantaggi ingiusti”.

I traffici di stupefacenti affiancano spesso l’usura e le estorsioni. Sempre più frequente è la modalità estorsiva del cosiddetto “recupero crediti” perpetrata anche con il consenso degli imprenditori stessi che per imporsi sulla concorrenza e gestire eventuali “problemi con i creditori” si avvalgono della protezione del gruppo in cambio del versamento di una percentuale sugli utili d’impresa. Una condotta deleteria per la correttezza dei mercati economici e finanziari trova conferma negli esiti dell’operazione “Sotto scacco” conclusa il 4 maggio 2021 dai Carabinieri di Paternò con la quale sono stati tratti in arresto 40 soggetti appartenenti alle organizzazioni mafiose Alleruzzo, Assinnata ed Amantea articolazioni della famiglia Santapaola-Ercolano.

LE PRINCIPALI OPERAZIONI CONDOTTE

Il 3 marzo 2021 la Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione “Doppio gioco” ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 soggetti ritenuti responsabili di esercizio illegale di giochi e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio con la finalità di favorire gli interessi della suddetta famiglia.

Il 27 maggio 2021 la DIA di Catania nell’ambito dell’operazione “Apate” ha indagato complessivamente 65 persone 13 delle quali colpite da provvedimento cautelare personale per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato ed intestazione fittizia di beni commessi utilizzando agenzie e punti scommesse riconducibili a società operanti all’estero (Austria, Bulgaria e Malta) mediante diverse reti di gioco online funzionali alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi e al gioco d’azzardo su varie piattaforme.

Per ciò che riguarda la famiglia La Rocca la recente scomparsa del capo storico ha determinato il passaggio della reggenza per successione al figlio. Il clan ha subìto una misura patrimoniale il 5 gennaio 2021 ad opera della Guardia di finanza che ha sequestrato beni, a vario titolo, riconducibili a un soggetto organico alla famiglia. Il provvedimento che si pone quale integrazione di un precedente decreto che aveva già portato al sequestro di 270 mila euro ha avuto a oggetto una ditta individuale operante nel settore della coltivazione di agrumi e di un fabbricato rurale per un valore di circa 60 mila euro.

Segnatamente il 1 febbraio 2021 nell’ambito dell’operazione “Minecraft” è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcuni soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga, detenzione e porto illegali di armi comuni e da guerra, nonché ricettazione delle stesse. 

L’assenza di capi dal carisma criminale riconosciuto anche da consorterie mafiose diverse e talvolta avverse, avrebbe contribuito a esasperare la storica conflittualità con il clan dei Cursori milanesi che nel mese di agosto 2020 ha portato al violento scontro a fuoco nel quartiere di Librino in occasione del quale perdevano la vita due persone e altre rimanevano ferite. L’esito delle indagini è confluito nell’operazione “Centauri” conclusa il 20 aprile 2021 dai Carabinieri di Catania nell’ambito della quale sono state tratte in arresto 14 persone per i reati di concorso in duplice omicidio, tentati omicidi porto e detenzione illegale di armi con l’aggravante di agevolare i clan di appartenenza.

Da segnalare l’operazione “Follow the money” del 10 febbraio 2021 nell’ambito della quale la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale e reale nei confronti di 26 soggetti indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori al fine di eludere la vigente normativa antimafia. Le investigazioni hanno riguardato gli investimenti operati dal gruppo degli Scalisi propaggine adranita del clan Laudani braccio imprenditoriale di cosa nostra evidenziando ancora una volta il legame d’affari tra mafia e imprenditoria.

Altro duro colpo inferto al gruppo in argomento è giunto con l’operazione “Triade” conclusa il 6 marzo 2021 dalla Polizia di Stato. In tale ambito sono stati tratti in arresto ulteriori 13 soggetti tra cui il nipote delle storico boss poiché ritenuti responsabili di associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico sostanze stupefacenti.

LE CONCLUSIONI

E sebbene dalla relazione della Dia si evinca che l’egemonia delle “organizzazioni mafiose autoctone non potrà essere messa in discussione nel breve termine. Gli equilibri associativi delle formazioni catanesi restano tuttavia precari così come gli accordi interclanici di natura spartitoria. Tuttavia pur nel quadro di un prevalente interesse delle varie formazioni a mantenere una “pax mafiosa” funzionale alla realizzazione degli interessi criminali, non possono escludersi momenti di frizione e di possibile ulteriore scontro anche violento”.


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