Omicidio al cimitero, il Riesame |conferma l’arresto di Matà

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21 Giugno 2017, 05:00

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CATANIA – Il Tribunale del Riesame conferma l’arresto di Angelo Fabio Matà, accusato dell’omicidio della madre, Maria Concetta Velardi, uccisa all’interno del cimitero di Catania il 7 gennaio del 2014.

Matà si è sempre proclamato innocente, ma i giudici confermano la “gravità” degli elementi raccolti a suo carico.

I VERBALI – Un omicidio avvolto ancora dal mistero, con molti lati oscuri e aspetti da chiarire. In mano, i magistrati hanno anche i verbali di Matà, in particolare quello dell’interrogatorio reso il giorno dell’omicidio. “Non so – dichiara il figlio della donna trovata uccisa – se nel momento in cui ho tolto la pietra dal petto di mia madre, nell’impeto di buttarla le ho colpito il volto”. Stava forse cercando di precostituirsi una giustificazione per possibili tracce che potevano essere trovate sui suoi vestiti e sul suo corpo? “Tengo a precisare – aggiunge il presunto omicida – che per quanto mi ricordo, che solo una pietra era sul torace di mia madre, l’altra non ricordo dove si trovava, non so dirvi quale delle due, se quella più piccola o quella più grande si trovava sul petto della mamma”.

L’ALIBI NON REGGE – L’anziana signora è morta dopo un’agonia di circa 45minuti, un lasso di tempo sovrapponibile, secondo le ipotesi degli inquirenti, ai momenti che separano  l’omicidio dal rinvenimento del corpo, solo che durante l’esecuzione del delitto Matà sarebbe stato proprio all’interno del cimitero.

LE TRACCE DI SANGUE – Matà si sarebbe imbrattato le mani di sangue toccando la madre, ma non fa alcun cenno, sotto interrogatorio, ai fatti che possano aver provocato le sue perdite ematiche, documentate “dal rinvenimento di suo Dna ematico – scrivono i magistrati – sia sullo sportello della sua autovettura, sia sui suoi abiti, sia sotto le unghie della mano destra della Velardi”.

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Il presunto omicida avrebbe avuto “mani e unghie fortemente imbrattate di sangue nonostante fossero trascorse diverse ore di distanza dal rinvenimento del cadavere e fossero presenti lievi abrasioni vicino alle unghie della mano sinistra”.

LE URLA – Ci sono poi le urla dell’anziana signora, grida di dolore che sono state sentite da alcune testimoni. E tutto conduce, fino a questo momento, a quel figlio che avrebbe ucciso la madre nel peggiore dei modi.

LA NOTA DEL DIFENSORE.  Quale difensore di Angelo Fabio Mata’  indagato per l’omicidio della madre Velardi Maria Concetta nel dovuto rispetto del diritto di cronaca e di informazione ma anche della riservatezza del mio assistito e dei congiunti dello stesso, ritengo doveroso portare a conoscenza degli Organi di stampa che a seguito dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare, nei previsti termini, è stato proposto ricorso al Tribunale del riesame di Catania. A seguito dell’udienza del 15.6.17, il Tribunale, in data 19.6.17, ha depositato decisione di rigetto del ricorso riservandosi il termine di 45 giorni per il deposito della motivazione.
Solo in tale sede, nel prendere atto del percorso motivazionale seguito , valuterò unitamente al mio assistito le ulteriori iniziative processuali.

Avv. Maurizio Magnano di San Lio

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21 Giugno 2017, 05:00

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