Omicidio Capizzo, caso riaperto |Trovate tracce di sangue

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10 Settembre 2014, 12:14

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PALERMO – Archiviate e subito riaperte dalla Procura di Marsala le indagini sull’omicidio di un infermiere mazarese, Salvatore Capizzo, trovato senza vita l’1 ottobre del 2002 sul litorale di Capo Feto a Mazara. Per il pm Nicola Scalabrini che coordina le indagini, non c’entra nulla il movente di una vendetta per un rapporto extraconiugale dell’ucciso, pista che era stata battuta dai carabinieri e che adesso è stata archiviata. Adesso l’inchiesta riguarda un altro versante e cioè quello dell’attività lavorativa di Capizzo, infermiere che faceva il “manager” nel settore della sanità privata e della dialisi.
Il nuovo filone d’indagine è stato affidato alla Squadra Mobile di Trapani. Tra gli elementi che devono essere approfonditi anche quelli relativi ad alcune tracce di sangue, oltre quelle riguardanti la vittima ovviamente, trovate sul luogo del delitto e ad altri reperti. Capizzo fu ucciso con un colpo di pistola alla testa ma secondo l’autopsia prima era stato violentemente colpito con un corpo contundente. E durante questa fase l’aggressore è rimasto ferito. L’esame del Dna quindi presto potrebbe dare un volto all’assassino. Indagini che riguardano il fronte dell’attività di Capizzo. Un ruolo determinante svolto dall’infermiere all’interno della sanità privata trapanese emerge dall’ordinanza con la quale nel 2011 vennero sequestrati beni per oltre 35 milioni di euro all’ex deputato Dc, Pino Giammarinaro, inchiesta condotta proprio dalla Mobile.

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10 Settembre 2014, 12:14

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