26 Agosto 2017, 17:59
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PALERMO – In carcere per omicidio. Un omicidio che probabilmente Calogero Lo Presti ha commesso per difendere il padre Giovanni. Un padre che, a sua volta, nel 2001 aveva assassinato un uomo a colpi di pistola. Allora la vittima fu Salvatore Altieri, freddato alla Vucciria. Stavolta in un altro mercato della città, al Capo, è Andrea Cusimano ad essere stato ammazzato.
Per ricostruire fino in fondo la brutta storia di Porta Carini, a Palermo, i carabinieri si concentrano sul tassello mancante. Quello che precede l’omicidio e scatena il killer. Poco prima che Lo Presti facesse fuoco contro Cusimano c’è stata una lite furibonda fra le bancarelle del mercato. Sono volate parole grosse fra il padre del presunto killer, forse colpito con schiaffi e spintoni, e il fratello della vittima. La voce è arrivata subito a Lo Presti che avrebbe deciso di mettere le cose a posto con il piombo.
È ancora presto per sapere quale fosse il tema della discussione. Si va dagli interessi legati agli affari illeciti – potrebbe trattarsi di una faccenda di droga – alla lite per futili motivi. Di certo c’è che Lo Presti non avrebbe esitato a presentarsi al mercato armato dopo essere sceso da casa, in via Sopra le mura di Santa Teresa, alla Kalsa.
La bancarella dei fratelli Cusimano è la prima del mercato. Lo Presti ha inseguito la vittima facendo fuoco con una calibro 38 Lebel. Erano le 7:30 del mattino, ma il mercato a quell’ora era già pieno di gente. Il bilancio poteva essere molto più pesante.
La scena ricorda quella del 2001 quando il padre di Calogero, Giovanni, oggi 45enne, si presentò in Questura e confessò di avere ammazzato Salvatore Altieri. Sapeva di avere le ore contate. Un giovanissimo testimone lo aveva inchiodato, smontando le voci del quartiere che avevano incastrato il figlio della vittima. Lo avevano addirittura arrestato, ma lui era rimasto in silenzio in carcere da innocente. Forse per paura di fare il nome di Giovanni Lo Presti, nipote dello zio Totò, boss della Vucciria, pure lui ammazzato anni fa. Ed invece era stato proprio Lo Presti ad uccidere il padre. Era intervenuto per sedare una lite fra i due Altieri ed era stato colpito a pugni. A quel punto si fece giustizia da solo.
Giovanni Lo Presti ha finito di scontare sedici lunghi anni di carcere nel 2014. Cusimano, invece, era stato scarcerato nel 2007 dopo essere finito nei guai per estorsione, associazione a delinquere e usura.
Calogero Lo Presti si trova rinchiuso nel carcere Pagliarelli. L’accusa è omicidio. Molto più pesante dei suoi piccoli precedenti per furto. Ha agito d’impeto per una lite banale oppure in ballo c’erano interessi criminali legati a Cosa nostra? I carabinieri del Nucleo investigativo sono al lavoro.
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26 Agosto 2017, 17:59