Le indagini sull’omicidio Discrede | Un colpo sparato da vicino

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29 Maggio 2014, 06:12

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PALERMO – Neppure le immagini sgombrano il campo dai dubbi. Almeno così sostengono gli inquirenti. Le indagini sull’omicidio di Daniele Discrede restano in bilico fra la rapina e l’agguato. C’è, però, quel colpo, uno dei quattro che hanno raggiunto la vittima, che sembrerebbe essere stato sparato da distanza ravvicinata. Inferiore a un metro, come confermerebbe il deposito della polvere da sparo attorno al foro provocato sul petto da un proiettile calibro 9. Un colpo sparato, forse, dopo che Discrede era già stato bloccato e dunque esploso per ucciderlo?

Le immagini visionate dagli investigatori non sono nitide. Il buio della sera ne compromette la messa a fuoco. Non si distinguerebbe il momento in cui viene premuto il grilletto. Gli uomini erano incappucciati. Si vedrebbe uno di loro agitare l’arma per aria, in maniera disordinata.

Restano i dubbi, dunque. I primi a sperare che tutto si chiarisca presto sono i familiari di Discrede che tramite l’avvocato Antonino Gattuso si sono messi a disposizione degli investigatori per fornire ogni chiarimento utile. Non per cercare un conforto impossibile, ma per evitare di continuare a interrogarsi per trovare un movente.

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Se si è trattato di una rapina allora le indicazioni portano a un commando di professionisti. Che ha studiato i movimenti di Discrede. Sapevano, infatti, che l’uomo a quell’ora sarebbe uscito dall’ufficio. Sapevano dei soldi dell’incasso che il direttore commerciale del market di bibite conservava in un borsello. Per l’assalto è stata rubata una macchina parecchio tempo prima. La stessa auto, una Citroen C4, che il commando ha poi bruciato nei pressi di Bellolampo. Un piano così articolato per portarsi via appena 4.500 euro da dividere in tre oppure credevano di trovare ben altro bottino?

Se ad agire è stata banda di rapinatori bene organizzata non si spiegherebbe quanto avvenuto in via Roccazzo. Che motivo c’era di uccidere Discrede?, si chiedono gli investigatori. Può essere stata la reazione della vittima, sembrerebbe che abbia cercato di bloccare il rapinatore che teneva la figlia di otto anni, a scatenare la furia omicida? Ecco perché nessuna delle due ipotesi – rapina o agguato camuffato – può essere privilegiata. E se ne materializza una terza: forse i tre volevano dare una lezione a Discrede e la faccenda gli è sfuggita di mano? E si torna agli interrogativi che per primi i parenti non smettono di porsi per cercare un movente che finora non si trova. Parenti che oggi, assieme agli amici di daniele, daranno alla vittima l’estremo saluto nella chiesa di San Giovanni al Cep.

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29 Maggio 2014, 06:12

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