Arrestati per un omicidio del ’92 | Scarcerati dopo un mese in cella

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29 Luglio 2017, 14:50

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PALERMO – Arrestati per omicidio e scarcerati dopo che il Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare. Di nuovo liberi i fratelli Salvatore e Vincenzo Di Pisa, di 56 e 54 anni.

Erano finiti in cella il 3 luglio scorso con la pesantissima accusa di avere assassinato Giovanni Filippello nel 1993 a Palazzo Adriano. Un cold case che sembrava risolto dopo venticinque anni ed invece il Tribunale ha annullato gli arresti per mancanza di indizi nei confronti due due fratelli. Accolta la richiesta degli avvocati Salvo Priola ed Enrico Sanseverino.

Giuseppe Filippello stava rientrando a casa. Gli spararono un colpo di fucile al centro del petto. Aveva 45 anni. Nel 2015, la prima svolta. Scoppiarono dei dissapori tra i Di Pisa e mentre alcuni componenti del nucleo familiare si trovavano in caserma la sorella Rosalia lanciò una pesantissima accusa al fratello: “Io un sugnu n’assassina, a Filippello tu lo isti ad ammazzare”. Nel marzo scorso, senza sapere di essere intercettata, la sorella aggiungeva. “… a quello l’ha fatto girare e gli ha sparato… il bello è che il motivo lo avevano… due giorni prima era successo quello che era successo… più di una volta lo avevano minacciato a quello”. Filippello invece di farsi da parte avrebbe reagito bruciando, due giorni prima del delitto, undici automobili dei fratelli Vincenzo e Salvatore Di Pisa, titolari di una concessionaria. Una ricostruzione che si basava sul racconto della sorella. Un racconto, secondo i difensori, viziato da motivi di risentimento personale.

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Indagando su questo delitto i carabinieri ne avrebbe svelato un altro, commesso nel 2007. La notte del 16 settembre di nove anni fa Vito Damiano, 84 anni, venne ucciso a coltellate nel suo casolare di campagna. Le indagini si chiusero con un nulla di fatto. Si ipotizzò una rapina – la casa era stata messa a soqquadro – finita in tragedia. Caso chiuso, senza colpevoli. Scartata anche l’ipotesi che il delitto fosse dovuto ai contrasti fra l’anziano e la sua badante, Antonina Giovanna Di Pisa. Fino ai primi giorni di luglio quando la donna, 64 anni, sorella di Salvatore e Vincenzo, è stata arrestata assieme al figlio Calogero Marretta, 48 anni. Nel loro caso il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso delle difese e confermato l’arresto. Gli indizi hanno retto al vaglio dei giudici.

“Povero do zu Vito l’assasinaro – diceva ancora Rosalia Di Pisa – idda e u figlio l’acchiappava per i capelli o figlio d’arrè… o pugnalava”. Madre e figlio furono convocati in caserma. Alla donna era stato bere un bicchiere d’acqua. Il figlio era molto preoccupato. Temeva che avessero prelevato il Dna. “E si chisti pigliano un Dna – diceva – e ci arrisulta? Tannu ci trovaro nna l’ugna”. Si riferiva a possibili resti di materiale organico rimasto nelle unghia della vittima che cercò di difendersi. La madre lo confortava: “Ma nun penso… penso che sì’iddu avissero truvato cosa, a quant’ave, n’avissuru vinuto a pigghiari”. Per i militari si è trattato di una confessione.

 

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29 Luglio 2017, 14:50

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