Omicidio: forse svolta dalle perizie |Il saluto mancato a Giuseppe

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27 Aprile 2018, 21:49

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CATANIA – Proseguono serrate le indagini per capire cosa è accaduto la notte tra il 16 e il 17 aprile nell’autolavaggio della SS 284 di Adrano. Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati: il custode e il complice del tentato colpo. Ma l’inchiesta potrebbe avere una precisa svolta dopo l’esito dell’autopsia e delle perizie balistiche sulle armi trovate sulla scena del crimine. E anche quelle sequestrate all’interno del furgone del sorvegliante dell’autolavaggio, dove sarebbe stata forzata una cassa.

E mentre gli inquirenti lavorano per cercare di chiudere il cerchio sull’omicidio la famiglia del giovane ucciso è in preda alla disperazione. Giuseppe Dainotti non ha ancora una sepoltura. La mamma prima vorrebbe che il fratello Emanuele, detenuto nel carcere di Noto, potesse salutarlo per l’ultima volta. E non vuole che il figlio si trovi davanti a una lapide. Ieri si sono svolti i funerali ma Emanuele Dainotti non era presente.

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Il legale della famiglia, l’avvocato Francesco Silluzio, ha presentato un sollecito urgente al magistrato di sorveglianza di Siracusa per ottenere un permesso per il suo assistito affinché “possa recarsi – si legge nella richiesta – nelle ore concesse al Cimitero di Catania in via Acquicella al fine di poter dare l’estremo saluto al fratello considerato che non è stato possibile recarsi né a casa né ai funerali”. L’avvocato attende la decisione del magistrato di sorveglianza e spera che l’istanza possa essere accolta. “La madre è disperata. Siamo davanti alla morte di una persona, nel rispetto delle regole e delle norme chiediamo un pizzico di umanità”, afferma.

 

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27 Aprile 2018, 21:49

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