29 Ottobre 2009, 16:14
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Confermate in appello le condanne di Nicola Mandalà, Ezio Fontana e Damiano Rizzo all’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Geraci, avvenuto a Palermo il 5 ottobre del 2004. Geraci è stato per lungo tempo il braccio destro di Angelo Siino, il boss considerato il ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra, colui che inventò il sistema del “tavolino”: la spartizione degli appalti fra mafiosi, politici e imprenditori. Inviso a Francesco Pastoia (morto suicida in carcere) e agli uomini vicini a Bernardo Provenzano, Geraci dopo aver scontato le sue condanne aveva tentato di reinserirsi nel sistema di spartizione degli appalti. La sua morte è stata decretata in un incontro il 17 settembre 2004, nel casolare di Ignazio Spera nelle campagne di Misilmeri.
Ad attendere la sentenza c’era anche Antonino Mandalà, padre di Nicola, ritenuto per lungo tempo il capo della famiglia mafiosa di Villabate e oggi a piede libero. La corte ha inoltre disposto risarcimenti da due mila a tre mila euro per i familiari di Geraci che si erano costituiti parte civile.
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29 Ottobre 2009, 16:14