LEONFORTE (ENNA) – “Mi auguro che, chiunque abbia fatto questa cosa, sia trovato e che venga assicurato alla giustizia”. A parlare è Giovanna Romano, figlia di Giuseppe, l’uomo di 79 anni che questa mattina è stato ucciso a Leonforte, in via Valenti. Il delitto è avvenuto in una traversa soprastante piazza Annunziata, nel cuore del centro cittadino.
La signora vive lontano dalla Sicilia da 38 anni. Dopo la morte della madre, lei e suo fratello si sono trasferiti. Non hanno più vissuto con il padre, che è rimasto a Leonforte. Giuseppe Romano era in pensione da tempo. “Ho saputo da una mia cugina cosa era successo, poi ho contattato la polizia – afferma la donna –. Non ho idea di come siano andate le cose, ma spero che chi ha fatto del male a mio padre non resti impunito”.
“Aveva scelto di vivere da solo”
“La polizia mi ha detto che devono ancora fare gli accertamenti, ancora non si fa nulla di definitivo perché stanno lavorando”, afferma ancora la signora. La vittima viveva da sola. Non aveva fratelli o sorelle e abitava nel centro di Leonforte. “E’ lui – spiega la figlia – che ha scelto di stare da solo. Era il maggio dell’87 quando ce ne siamo andati”.
La signora spiega che tornerà in paese per i funerali. “Non sappiamo ancora quando saranno – risponde – ma penso di venire, sì. Appena so qualcosa, certo”. Sul posto per tutta la mattinata, e fino al primo pomeriggio, è andato avanti il viavai delle forze dell’ordine, l’arrivo del medico legale per l’esame esterno e poi le indagini. Gli agenti del commissariato di Leonforte, diretti dalla Procura di Enna, hanno svolto interrogatori.
Gli investigatori: bocche cucite
La notizia si è sparsa rapidamente in paese, anche per un post sulla piattaforma social di Tik Tok in cui si parlava di “rapina finita male”. Per gli investigatori, il ventaglio di ipotesi però è apertissimo. Fonti ufficiali al momento non hanno ancora neanche confermato che si tratti di un omicidio.
Sta di fatto che conferme arrivano in via ufficiosa. E vi è poi la cronaca della ricostruzione di coloro che hanno assistito, davanti alla porta e in paese, a questa giornata. Interrogatori, isolamento della scena del crimine, arrivo del medico legale, presenza massiccia di investigatori.