Omicidio Librino, fermato 19enne |Spari per vendicare lite amorosa

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31 Marzo 2015, 18:06

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CATANIA – Hanno dovuto sfondare il muro d’omertà che soffoca Librino gli investigatori che hanno fatto luce sull’omicidio di Giovanni Di Bella. Perché chi avrebbe sparato ieri sera al viale Castagnola porta un nome che fa paura. Avrebbe agito con freddezza Alessio Marino: ha preso la pistola, si è presentato davanti al portone di casa e ha sparato contro il rigattiere che stava uscendo per comprare il pane. E tutto perché il figlio minorenne della vittima aveva litigato qualche ora prima con il fratello tredicenne per un problema di cuore. Una fidanzatina contesa tra due adolescenti.

E’ stato questo il primo indizio a portare i carabinieri a sospettare di Marino. Grazie ai primi accertamenti utili a ricostruire gli ultimi movimenti del 45enne ucciso hanno scoperto che il figlio 14enne era stato protagonista di una lite con un altro minorenne di viale Librino. Al centro del diverbio – come detto – il comune interesse per una ragazza. E’ stata la famiglia del 13enne coinvolto ad accendere i sospetti degli inquirenti: i Marino sono noti alle forze dell’ordine per diverse inchieste. La contesa amorosa non si sarebbe fermata: ci sarebbe stato un altro incontro a cui hanno partecipato anche il padre del giovane, Giovanni Di Bella e il fratello dell’avversario “in amore”, Alessio Marino. Un appuntamento però finito con insulti e pesanti accuse che hanno rimbombato nel cortile del civico 2 di viale Castagnola.

Ed è dieci minuti dopo che sarebbe esplosa la follia omicida del 19enne: sarebbe tornato con in mano una pistola e senza lasciare al 45enne il tempo per difendersi avrebbe esploso i tre colpi. Uno ha centrato Di Bella al petto. In suo aiuto alcuni vicini che lo hanno aiutato appena sono arrivati i soccorsi del 118. Un’emorragia lo ha fatto spirare in ambulanza poco prima di arrivare al Vittorio Emanuele. La salma è stata trasferita al reparto di Medicina Legale del Garibaldi per l’esame autoptico disposto dal pm.

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A consolidare il profilo accusatorio contro Alessio Marino anche l’esame meticoloso delle immagini delle telecamere della zona, ma soprattutto le intercettazioni scattate subito dopo il delitto. Non era ancora l’alba quando il 19enne è stato sottoposto allo stub, esame per verificare la presenza di tracce di polvere da sparo. Una lunga notte di lavoro per i carabinieri che hanno raccolto diverse testimonianze e hanno delineato il quadro probatorio che ha portato al fermo. Alessio Marino, 19 anni appena, ora è chiuso in una cella di Piazza Lanza con l’accusa di omicidio aggravato.

 

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31 Marzo 2015, 18:06

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