Palermo, omicidio a coltellate| Confessa il vicino di casa

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18 Settembre 2017, 20:52

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PALERMO – Ha confessato nella notte. Giovanni Pizzuto, 28 anni, ha ucciso con una coltellata Francesco Paolo Maronia, 48 anni. L’omicidio è avvenuto ieri sera in vicolo Pipitone. La vittima faceva il posteggiatore abusivo. L”assassino è il vicino di casa e ha una serie di precedenti penali per reati contro il patrimonio. Maronia viveva in un tugurio a pochi passi dal Cantiere navale. I poliziotti guidati dal capo della squadra mobile, Rodolfo Ruperti, hanno trovato Pizzuto chiuso in casa. Poi ha confessato: voleva fare del male alla mia famiglia. L’uomo è figlio Agostino Pizzuto, aveva nascosto dentro una grotta di Villa Malfitano, di cui doveva prendersi cura come giardiniere, pistole, mitragliette, munizioni e persino una bomba a mano per conto del clan di Resuttana. 

Maronia è stato colpito allo sterno con un grosso coltello da cucina. È stata una donna ad avvertire il 118. Parlava di un uomo ferito, ma avrebbe fatto cenno ad alcuni colpi di arma da fuoco. Gli agenti hanno, invece, riscontrato che è stata una lama ad uccidere Maronia, il cui corpo era riverso per terra a pochi metri dal magazzino a pianterreno in cui abitava.

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Vicolo Pipitone è tristemente noto alle cronache come il regno dei Galatolo, signori del rione Acquasanta. Ospitava lo scannatoio di Cosa nostra, luogo di torture per i nemici del clan. Da vicolo Pipitone partirono gli squadroni della morte che uccisero il giudice istruttore Rocco Chinnici, il segretario regionale del Pci, Pio La Torre, il commissario Ninni Cassarà. Ora torna ad essere luogo di morte, ma per un delitto commesso con un coltello, probabilmente al culmine di una lite.

“Stiamo ancora lavorando sul movente. Al momento sembra un movente futile culminato con l’aggressione e la coltellata al torace. Una rissa tra vicini finita tragicamente – commenta il capo della Squadra mobile di Palermo Rodolfo Ruperti -. Appena arrivati sul luogo del delitto abbiamo trovato il corpo della vittima coperto da un un lenzuolo bianco – aggiunge -. All’inizio nessuna forma di collaborazione da quanti vivono nel cortile. Abbiamo iniziato controlli a tappeto e abbiamo trovato l’autore che dopo un lungo interrogatorio ha confessato. Lo abbiamo trovato in casa un po’ confuso ma da subito ha ammesso le sue responsabilità”.

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18 Settembre 2017, 20:52

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