20 Luglio 2016, 16:27
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PALERMO – In carcere Domenico Barbagallo, 47 anni, ci finisce per tentato omicidio, ma solo perché, così dicono i carabinieri, l’obiettivo dei suoi colpi riuscì a fuggire. Se avesse ucciso Francesco Lo Monaco ci sarebbe state due immediate conseguenze: l’omicidio consumato e non tentato avrebbe aggravato la sua posizione e il padre Vincenzo sarebbe ancora vivo visto che Lo Monaco è tornato in largo Pozzillo, a Borgo Nuovo, e lo ha ucciso.
È una storia di sangue, morte e destini incrociati quella ricostruita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo. Le famiglie Barbagallo e Lo Monaco litigavano ad ogni piccola scintilla. Il volume alto della musica, i panni stesi, l’acqua che gocciolava: le liti erano continue. Fino al fattaccio del 25 giugno scorso.
Nella prima fase della lite sarebbe stato Domenico Barbagallo, pregiudicato di 45 anni, a sparare con un revolver calibro 38 contro Lo Monaco che sarebbe riuscito a mettersi in salvo. Poi, tornato sul posto armato di una Beretta semiautomatica, avrebbe crivellato di colpi Vincenzo Barbagallo. Ai carabinieri è apparso subito chiaro che i colpi erano partiti da due pistole diverse. Una, quella che sarebbe stata usata da Barbagallo, non è stata trovata.
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20 Luglio 2016, 16:27