17 Giugno 2017, 13:49
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CATANIA – In esecuzione di provvedimento di fermo ai danni di un indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Catania, i Carabinieri della Compagnia di Acireale, nella notte del 14 giugno, hanno fermato il cittadino russo Nikita Gromokov, 25enne, accusato del reato di omicidio preterintenzionale aggravato. L’indagato, in data 12 giugno, si era reso responsabile di una violenta aggressione nei confronti di Giovanni Leonardi, acese di anni 61, deceduto poco dopo presso l’Ospedale di Acireale per arresto cardiocircolatorio.
I militari dell’Arma sono riusciti, in poche ore, a ricostruire la dinamica dei fatti grazie ad un’intensa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Catania, avviata a seguito del decesso della vittima.
La visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e l’escussione dei testimoni presenti sui luoghi dei fatti hanno permesso di accertare che Gromokov aveva incontrato, in maniera fortuita, Leonardi nei pressi della stazione ferroviaria, responsabile quest’ultimo, a detta dell’indagato, di aver sottratto qualche giorno prima un portafogli alla giovane compagna.
I due avevano iniziato a discutere, in maniera animata, dello smarrimento del portafogli e da lì era nata una violenta colluttazione, nella quale il Leonardi soccombeva a causa dei calci e dei pugni sferrati dal giovane nei suoi confronti; una lite protrattasi, a più riprese, nella centrale stazione ferroviaria, sotto gli occhi increduli e spaventati dei presenti.L’indagato, in compagnia della fidanzata e di un’amica, ha poi subito preso un treno diretto a Messina, per giungere quindi nella città di Milazzo, luogo di domicilio dei tre.
Nel pomeriggio del 13 giugno quindi, i protagonisti della triste vicenda sono stati condotti presso il Comando Carabinieri di Acireale ove, alla presenza del magistrato di questa Procura, sono stati effettuati gli ultimi accertamenti investigativi che hanno permesso di acclarare i gravi indizi di colpevolezza nei confronti del Gromokov.
I militari dell’Arma, quindi, al termine delle formalità di rito, hanno posto in stato di fermo l’indagato e lo hanno tradotto presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”, a disposizione dell’autorità giudiziaria etnea.
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17 Giugno 2017, 13:49