Omicidio e riapertura del processo: l'ex modella va in appello

Omicidio e riapertura del processo: l’ex modella in appello

L’omicidio della colombiana Sandra Garcia Rios risale al febbraio di due anni fa: per il gup fu eccesso colposo di legittima difesa.

CATANIA. L’imputata, l’ex modella romena Georgeta Colesnicenco, ha già scontato quasi interamente la condanna inflitta in primo grado dal Gup per eccesso colposo di legittima difesa, ovvero 2 anni, tant’è che oggi è a piede libero. Eppure si preannuncia ancora battaglia in appello al processo per l’omicidio della colombiana Sandra Garcia Rios, avvenuta al culmine di una lite condominiale il 3 febbraio di due anni fa in viale Mario Rapisardi.

A impugnare la sentenza è stata la Procura di Catania, che accusa la donna di omicidio volontario aggravato – nonostante l’accusa sia caduta in primo grado – ma anche lo stesso difensore dell’imputata, l’avvocato Pietro Ivan Maravigna. Secondo quanto ricostruito nel verdetto di primo grado, la donna si sarebbe difesa da un’aggressione a casa sua da parte della vittima, giunta nell’appartamento di viale Mario Rapisardi assieme al fratello. Nella colluttazione, mentre chiamava la polizia, la Colesnicenco avrebbe colpito con un coltello la vittima, uccidendola, da qui l’eccesso colposo per cui è stata condannata.

L’ex modella era stata arrestata dalla polizia e portata al carcere di Agrigento, dove ha scontato oltre un anno in fase di custodia cautelare. Nel frattempo il processo con rito abbreviato si è concluso con la derubricazione dell’accusa di omicidio a eccesso colposo di legittima difesa e l’immediata remissione in libertà. Adesso si andrà in aula il prossimo 14 febbraio.

Se l’accusa chiede la riapertura del processo per sostenere l’omicidio volontario, alla luce della deposizione del supertestimone, ovvero il fratello della vittima; la difesa, dal canto suo, ha adito i giudici d’appello per chiedere l’assoluzione piena dell’imputata, anche dall’ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa, perché secondo il difensore la donna si sarebbe semplicemente difesa temendo per la propria vita. La difesa ha anche chiesto ai giudici di secondo grado un confronto, in aula, tra l’imputata e il testimone.


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