18 Agosto 2010, 17:14
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C’é un precedente a Catania di un’inchiesta per omicidio senza il cadavere, che ricorda quella in corso sulla morte dell’ex ispettore di polizia in pensione Francesco Montalto, che ha portato all’arresto per omicidio e occultamente di cadavere di un romeno di 35 anni. E’ il caso di Rita Cigna, una sarta di 45 anni, scomparsa il 15 luglio del 1995, il giorno prima del fidanzamento ufficiale con Francesco Le Pira, più grande della donna di tre anni, che era sposato.
L’uomo fu accusato del delitto e condannato in primo e secondo grado a 23 anni di reclusione, ma la Cassazione, il 26 aprile del 2007, annullò senza rinvio la sentenza, assolvendolo.
Al centro del processo la scomparsa della donna, che da tempo aveva una relazione con Le Pira. Il rapporto era noto a amici e parenti della presunta vittima ma non alla famiglia dell’uomo. Il 15 luglio del 1995, giorno della ‘presentazione in casa’, la coppia uscì per comprare dei fiori da regalare ai genitori della donna. Da allora di Rita Cigna non si sono avute più notizie.
Le Pira, che si è sempre proclamato innocente, ha sostenuto di averla lasciata vicino alla sua abitazione e di non averla
più rivista, ma la Procura di Catania, invece, ipotizzò che l’uomo avrebbe deciso all’ultimo momento di salvare il proprio matrimonio sopprimendo l’amante e nascondendo poi il cadavere. Il fascicolo fu archiviato nell’ottobre del 1996 ma fu riaperto due anni dopo, quando alla mamma di Rita Cigna arrivarono delle telefonate della figlia che, con voce rauca, le rivelava di essere viva, di avere una bambina e di abitare in un paese nella provincia di Bergamo. Secondo la tesi dell’accusa, invece, quelle telefonate erano invece state fatte dallo stesso Le Pira da diverse cabine pubbliche di Catania.
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18 Agosto 2010, 17:14