11 Settembre 2021, 05:50
2 min di lettura
PALERMO – La verità è contenuta in una chat WhatsApp. In una serie di messaggi dal contenuto agghiacciante. Quello che sembrava un suicidio potrebbe essere stato un “omicidio del consenziente”. Mirko Antonio La Mendola, 26 anni, di Caltanissetta, sarebbe stato aiutato ad uccidersi da un minorenne di diciassette anni. Avevano un piano ed è la chat che lo svelerebbe. Il corpo è stato restituito aio familiari, stamani alle 11 si volgeranno i funerali in cattedrale.
I messaggi sono stati estrapolati su indicazione della Procura per i minorenni di Palermo dai telefonini della vittima e dell’amico che è stato iscritto nel registro degli indagati.
La sera del 25 agosto La Mendola muore a causa di un colpo di pistola alla tempia sinistra. Si trovava sulla spiaggia di “Punta Grande” tra Porto Empedocle e Realmonte. Il colpo è partito da una pistola Beretta modello FS98, calibro 9X21 che la vittima deteneva legalmente. Quella sera si trovava al mare con l’amico. Si erano conosciuti in palestra ed era nato un rapporto sincero nonostante la differenza di età.
La Mendola era rientrato il lunedì precedente da Roma dove era stato assieme al padre per partecipare al concorso per diventare poliziotto. Sognava di indossare la divisa e ci ha sperato nei quattro giorni di prove romane. Tutte superate, alla valutazione finale però non fu giudicato idoneo. Fu una mazzata, ma La Mendola sembrava tranquillo. Rammaricato, ma pronto a rimettersi a studiare per riprovarci in futuro.
Il mercoledì sera esce di casa per spostarsi in compagnia dell’amico, e a bordo della sua Peugeot 206, in provincia di Agrigento. Cosa è accaduto in spiaggia? Qui entrano in ballo le chat alimentate con messaggi dal giorno del mancato superamento del concorso a poche ore prima della tragedia.
Vi si leggerebbero frasi che fanno riferimento al coinvolgimento del minorenne perché tanto, in ragione dell’età, non avrebbe rischiato nulla. Di voglia di vedere un’ultima volta il mare. Di comprensione qualora il ragazzino non se la fosse sentita di arrivare fino in fondo. Di coraggio che mancava per sparare e di un aiuto offerto per mettere in atto quello che sembra un piano pensato nei minimi dettagli. Alcuni messaggi sono più impressionanti di altri, perché si parlerebbe pure delle birre da portare in spiaggia, fra una faccina che sorride e l’altra. Parlavano di morte, secondo gli investigatori, con una naturalezza che sconvolge.
Giovedì pomeriggio è stata eseguita l’autopsia dopo che i carabinieri del Ris hanno svolto degli accertamenti per cercare rintracciare tracce di polvere da sparo e biologiche sul cadavere. Erano presenti anche i consulenti nominati dalla famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Rosario Didato a cui si deve la raccolta di una serie di elementi decisivi per accertare la verità grazie alle indagini difensive. Altri accertamenti, disposti dal procuratori dei minori Claudia Caramanna, sono stati eseguiti per stabilire la traiettoria del colpo. Il proiettile è stato sparato alla tempia sinistra, ma La Mendola, che si esercitava al poligono, non era mancino.
Pubblicato il
11 Settembre 2021, 05:50